Coronavirus, contagi all'ospedale di Teramo: la Finanza sente venti persone

Coronavirus, contagi all'ospedale di Teramo: la Finanza sente venti persone
di Teodora Poeta
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Venerdì 5 Giugno 2020, 08:57
Si allunga l’elenco delle persone informate sui fatti sentite dalla Guardia di finanza in queste ore nell’ambito dell’inchiesta sui contagi da Covid19 all'ospedale Mazzini di Teramo. La lista è già salita a 20 persone tra medici, infermieri e capi dipartimento. Qualche settimana fa erano stati chiamati anche il sindaco Gianguido D’Alberto, che è stato tra i primi a lanciare l’allarme sui contagi in ospedale, Vincenzo Cipolletti, presidente della commissione consiliare comunale sanità, e poi anche il consigliere regionale Sandro Mariani. Smentite le voci che si rincorrevano secondo le quali le Fiamme gialle avevano già bussato alla porta dei vertici aziendali della Asl. Né il direttore generale Maurizio Di Giosia, né il direttore sanitario Maria Mattucci, infatti, sono stati ascoltati.

Al momento le indagini proseguono ancora contro ignoti per lesioni colpose. La Procura, che ha aperto il fascicolo dopo la mole di articoli di giornali apparsi nella piena emergenza Coronavirus in cui si parlava dei contagi al Mazzini al quale si è aggiunto poi un esposto del Nursind (il sindacato delle professioni infermieristiche) ai carabinieri del Nas di Roma e alle Procure di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo oltre ad altri esposti dei medici contagiati, vuole vederci chiaro in questa situazione e capire bene cosa sia successo all’interno dell’ospedale.

Due sono i reparti maggiormente colpiti: Medicina e Oncologia. Ma poi l’ondata si è estesa. In particolare con la delega affidata dai sostituti procuratori titolari del fascicolo, i pm Davide Rosati e Stefano Giovagnoni, la Finanza dovrà chiarire il profilo della sicurezza del lavoro durante l’emergenza Covid19 e stabilire se il Mazzini, in base ai protocolli e agli standard che regolamentano gli ospedali, quando è scattato l’allarme Coronavirus era fornito dei Dpi, i cosiddetti dispositivi di protezione individuale; come sono stati utilizzati e se c’erano le scorte. Sono questi gli interrogativi fondamentali ai quali bisognerà dare una risposta.
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