Coronavirus, ambulante no-mask al mercato: terza multa, ora rischia la licenza

Coronavirus, ambulante no-mask al mercato: terza multa, ora rischia la licenza
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 12:44

I negazionisti “resistono” al mercato del giovedì a Giulianova. E, pur stando a contatto con il pubblico, vale a dire la propria clientela, si rifiutano di indossare la mascherina. Era già successo in passato e c’era voluto l’intervento dei vigili perchè gli ambulanti negazionisti indossassero lo strumento di prevenzione. Ma uno ha deciso di resistere.

Era già accaduto l’ultimo giovedì ma ieri si è ripetuto. Così, per due giovedì consecutivi si era visto sanzionare per il suo atteggiamento con un multa di 400 euro ridotta a 280 se pagata entro cinque giorni. Gli altri hanno deciso di continuare a lavorare in tranquillità decidendo di indossare la mascherina. Lui no, un ambulante che viene da fuori città e che vende capi di abbigliamento, è riamasto fedele al suo credo e non si è piegato nemmeno dopo due multe consecutive.

Così, ieri mattina, quando i vigili urbani hanno effettuato i loro controlli, notando che tutti gli altri commercianti erano “allineati” alla normativa anti covid-19, quando sono transitati davanti al banco di quest’ultimo, hanno notato che nemmeno ieri indossava la mascherina. A quel punto, mentre lo invitavano a rispettare le disposizioni di legge, gli elevavano ancora la sanzione prevista dalla legge e lo multavano di 400 euro. Ed è stata la terza volta. L’ambulante ha accettato la multa riservandosi di pagarla e non si sa se le altre due le abbia pagate. Ma stavolta il Comando dei vigili non aspetterà giovedì prossimo per un altro controllo e probabilmente un’altra multa. Ha deciso di segnalare quando accaduto alla Prefettura a Teramo con richiesta di ritiro della licenza di commercio ed allora sì che per lui saranno guai seri. La richiesta dovrebbe essere inoltrata nella giornata di oggi e certamente questa decisione sarà di monito a chi sta in mezzo alla gente e si rifiuta di fare il proprio dovere in un periodo di grave emergenza.


 

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