Coronavirus, lo studente pescarese rientrato da Wuhan: «Tornerò in Cina, è stata una piccola disavventura»

Coronavirus, lo studente pescarese rientrato da Wuhan: «Tornerò in Cina, è stata una piccola disavventura»
di Paolo Vercesi
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 23:35

«Ci hanno detto che non potremo avvicinarlo, ma andiamo lo stesso a Roma per fargli avere un ricambio di indumenti. Sapere che sta bene e che sarà tenuto sotto controllo è per noi di grande sollievo: non vediamo l’ora di riabbracciarlo a casa tra un paio di settimane». Dopo giorni vissuti col fiato sospeso, «ma mai di vera preoccupazione», Giulio Di Berardino si rilassa e sorride: sa che suo figlio Lorenzo sta bene e che non appena avrà completato il periodo di osservazione a Roma, potrà tornare a Pescara.

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Lorenzo Di Berardino, studente universitario pescarese di 22 anni, è uno dei passeggeri arrivati questa mattina verso le 10 all’aeroporto militare di Pratica di Mare di ritorno da Wuhan. Il gigantesco KC-767A del 14mo Stormo dell’Aeronautica Militare è stato inviato dal governo per riportare a casa gli italiani rimasti bloccati nella città cinese da quando è esplosa l’epidemia del Coronavirus. «Sappiamo che Lorenzo dovrà restare per due settimane alla Cecchignola per una quarantena allestita negli alloggi del centro sportivo olimpico - ha spiegato papà Giulio, avvocato -. E’ stato fortunato perché sta bene - chi accusa i sintomi sarà invece portato allo Spallanzani -. In questi giorni è rimasto chiuso nello studentato che lo ospitava ed è uscito solo due volte per fare la spesa. Quando l’epidemia si è diffusa e la città si è desertificata, è stata la stessa mensa universitaria a fornirgli i pasti in camera. Una organizzazione eccezionale» racconta Giulio Di Berardino.

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Lorenzo sarebbe dovuto rientrare in Italia il 28 gennaio dopo un corso di cinque mesi all’Università Zuel di Wuhan. «Mio figlio è iscritto al quarto anno di Giurisprudenza con indirizzo internazionale all’Università di Trento - racconta il padre -. Sogna una carriera diplomatica ed è affascinato dall’Oriente, in particolare dal Giappone. In Cina, grazie alla collaborazione tra i due atenei, ha seguito corsi di lingua e di diritto cinese e nel periodo di Natale ha superato gli esami. Ne avrebbe dovuto sostenere uno a Trento giovedì prossimo, ma dovrà per forza di cose rinunciarci».

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Nei giorni di massima allerta a causa del Coronavirus, Lorenzo è sempre rimasto in contatto con il padre Giulio e la mamma, Alessandra Genco, consigliera regionale di parità: «Ci ha spiegato che già da Natale a Wuhan si parlava di questa epidemia influenzale e grazie alle videochiamate tramite WeChat, il Whatsapp cinese, abbiamo ogni volta potuto verificare le sue buone condizioni di salute. Con foto postate su facebook e Instagram ha illustrato l’evolversi della situazione, le strade deserte, le prime file ai supermercati comunque sempre ben riforniti, e per questo è stato intervistato da televisioni e testate italiane». Un po’ complicato è stato ieri il transfer all’aeroporto di Wuhan. «Sono pochi i tassisti autorizzati a circolare - spiega ancora Giulio Di Berardino -. Lorenzo avrebbe dovuto affrontare una camminata di due ore per raggiungere il punto di raccolta e quando si era ormai rassegnato l’Università di Zuel gli ha messo a disposizione una vettura». Lorenzo sarà oggi a Roma e papà Giulio ha voluto ringraziare il governo italiano «per il ponte aereo tra l’altro a costo zero per i passeggeri» e l’Università di Trento «che ha assistito al meglio il ragazzo in ogni esigenza e ci ha sempre informato degli sviluppi della situazione». Lorenzo tornerà in Cina? «Sicuramente sì, ne è entusiasta e sta pensando di stabilirsi lì».

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Lorenzo: tornerò presto in Cina, è stata una disavventura. «Tornerò presto in Cina. Mi sono trovato bene, è stata solo una piccola disavventura». Ô sereno Lorenzo Di Berardino, lo studente di 22 anni di Pescara, tra gli italiani rientrati dalla Cina e che saranno tenuti in isolamento alla Ceccchignola. A riferire le sue parole sono i genitori, che aspettano - davanti alla struttura a sud della Capitale - l'arrivo del pullman partuto da Pratica di Mare. «Lo saluteremo guardandolo dal finestrino, per 15 giorni non potremo parlare con lui, ma lo saluteremo guardandolo al finestrino del pullman», spiega Giulio Di Berardino, il padre Lorenzo.

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