E proprio da Pettorano arriva l’ultimo caso positivo e l’ultimo ricovero, avvenuto ieri sera: un sessantunenne del posto che ha accusato sintomi e a cui una volta in ospedale è stata diagnosticata una polmonite bilaterale e conseguente tampone positivo. Non avrebbe, a quanto risulta, alcun collegamento con i focolai già conosciuti, ma d’altro canto a Pettorano, dove risiede, sono stati accertati sette casi. Altri due casi nuovi sono poi stati accertati a Bugnara: si tratta di una coppia di Kossovari tornati dal loro Paese e che si trovavano per questo già in quarantena. L’ultimo dei casi di ieri, infine, è una giovane romana che si trova a Scontrone e che era andata via dalla Capitale senza aspettare l’esito del tampone. La mappa dei contagi segna così ventisette casi a Sulmona, sette a Pettorano sul Gizio, sei a Pratola Peligna, quattro ad Introdacqua, due a Bugnara, uno a Corfinio e i tre turisti di Scanno, Pescasseroli e Scontrone.
Uno scenario in continua evoluzione con il fronte del potenziale focolaio nel reparto di Radiologia che è ancora tutto da verificare: i tamponi fatti al personale martedì sono partiti solo ieri per essere processati ed oggi si dovrebbero avere i responsi. Il servizio territoriale di prevenzione è in forte affanno: un solo medico e una sola infermiera, nei fatti, su cui pesa tutta la gestione di questa nuova emergenza peligna. Alla richiesta fatta dalla sindaca Annamaria Casini di nuovo personale e soprattutto di un macchinario per processare tamponi sul posto, di fatto, ancora nessuna risposta. L’unica buona nuova arriva dal centro di accoglienza di Ponte d’Arce, dove resta un solo caso, tra i migranti, dubbio.
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