Coronavirus, il caso dell'Alto Sangro: culla di contagi di importazione

Coronavirus, il caso dell'Alto Sangro: culla di contagi di importazione
di Patrizio Iavarone
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Giovedì 27 Agosto 2020, 08:49
La conta balza a cinquanta, compreso l’Alto Sangro, dove però i casi sono tutti d’importazione, ovvero turisti. Cinquanta positivi a ieri nel Centro Abruzzo con un incremento nelle ultime ventiquattr’ore di nove casi, con un ricovero, un altro, l’ottavo, al reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. All’elenco, evidentemente ancora incompleto vista la quantità di tamponi ancora da processare, si sono aggiunti casi tracciati e casi nuovi, segno che il virus è ormai in circolazione e i fronti nuovi possono aprirsi a prescindere dai contatti avuti. Cinque degli ultimi casi sono in particolare di Sulmona: due legati al focolaio della parrucchiera, due a quello del ventiquattrenne dipendente della Medibev (suoi amici) e uno riferibile al focolaio di Ferragosto: sempre una giovane, amica della ventiseienne di Introdacqua che gestisce un bed and breakfast a Pettorano sul Gizio.

E proprio da Pettorano arriva l’ultimo caso positivo e l’ultimo ricovero, avvenuto ieri sera: un sessantunenne del posto che ha accusato sintomi e a cui una volta in ospedale è stata diagnosticata una polmonite bilaterale e conseguente tampone positivo. Non avrebbe, a quanto risulta, alcun collegamento con i focolai già conosciuti, ma d’altro canto a Pettorano, dove risiede, sono stati accertati sette casi. Altri due casi nuovi sono poi stati accertati a Bugnara: si tratta di una coppia di Kossovari tornati dal loro Paese e che si trovavano per questo già in quarantena. L’ultimo dei casi di ieri, infine, è una giovane romana che si trova a Scontrone e che era andata via dalla Capitale senza aspettare l’esito del tampone. La mappa dei contagi segna così ventisette casi a Sulmona, sette a Pettorano sul Gizio, sei a Pratola Peligna, quattro ad Introdacqua, due a Bugnara, uno a Corfinio e i tre turisti di Scanno, Pescasseroli e Scontrone.

Uno scenario in continua evoluzione con il fronte del potenziale focolaio nel reparto di Radiologia che è ancora tutto da verificare: i tamponi fatti al personale martedì sono partiti solo ieri per essere processati ed oggi si dovrebbero avere i responsi. Il servizio territoriale di prevenzione è in forte affanno: un solo medico e una sola infermiera, nei fatti, su cui pesa tutta la gestione di questa nuova emergenza peligna. Alla richiesta fatta dalla sindaca Annamaria Casini di nuovo personale e soprattutto di un macchinario per processare tamponi sul posto, di fatto, ancora nessuna risposta. L’unica buona nuova arriva dal centro di accoglienza di Ponte d’Arce, dove resta un solo caso, tra i migranti, dubbio.
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