Tre fratellini soli e chiusi a chiave in casa, il sindaco: piangevano disperati

Tre fratellini soli e chiusi a chiave in casa, il sindaco: piangevano disperati
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Domenica 3 Maggio 2020, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 18:55

Piangevano disperati da dietro le mure gialle di un palazzo. Singhiozzi grandi come la loro paura. I lamenti, che strappavano il cuore, sono stati sentiti dal sindaco e dagli uomini della protezione civile, intenti a consegnare mascherine agli abitanti di  San Benedetto dei Marsi, comune in provincia dell'Aquila.

Non credevano ai loro occhi quando si sono sporti dalla finestra e hanno visto gli sguardi smarriti e gonfi di lacrime di tre bambini piccoli: due gemellini di 4 anni  e la sorellina di 7.  Erano soli in casa, chiusi dentro con un chiavistello, da ore. E non è la prima volta, hanno raccontato impauriti i bambini.  Questa storia di abbandono e marginalità è stata raccontata questo pomeriggio con un post su Facebook dal sindaco Quirino D'Orazio, impegnato a contenere l'emergenza coronavirus.


«Mentre dalla postazione sita in piazza D'Arpizio, venivano distribuite le mascherine per emergenza covid-19 alla popolazione, abbiamo sentito, nelle vicinanze, provenire dall'interno di un edificio, i lamenti di alcuni bambini. Inizialmente non vi abbiamo dato peso, convinti si trattasse del classico pianto di fanciulli, che di li a poco, sarebbe terminato, ma ci sbagliavamo. Passavano i minuti, ma i lamenti non solo non finivano, ma al contrario, crescevano - racconta nel post il primo cittadino - Insospettiti e preoccupati, ci siamo guardati attorno per capire bene verso quale abitazione avvicinarci. Capito da dove provenissero i lamenti, insieme ai Carabinieri della locale stazione ed agli agenti della Polizia Locale, ci siamo portati davanti l'ingresso dell' abitazione, posta a piano terra, per verificare la situazione».


«Abbiamo notato che sul portone era stato montato un chiavistello per impedire che le persone site all'interno della casa, pur provando ad aprire la porta, non potessero uscire. Abbiamo bussato e, come immaginato, dall'interno nessuno è riuscito ad aprirci.
Ci siamo affacciati così, dall'esterno, alla finestra che dava sulla strada ed abbiamo notato che all'interno della casa vi erano tre bambini, di cui due di soli quattro anni ed una bambina di sette, di origine marocchina, molto provati e con le lacrime agli occhi. Dopo averli tranquillizzati e rassicurati, abbiamo chiesto loro dove fossero andati genitori e perchè non vi era nessuno con loro. La più grande, singhiozzando, ci ha riferito che erano andati a lavoro e che li avevano lasciati li, da soli e chiusi a chiave, da molto tempo. Cosa più sconvolgente è che non era la prima volta che accadeva. Abbiamo provveduto  immediatamente a contattarli ed abbiamo dato corso a tutti gli accertamenti del caso.
E' inconcepibile che si possano lasciare in abbandono dei minori in così tenera età, senza qualcuno che si potesse prendere cura di loro. Ringrazio pubblicamente l'Arma dei Carabinieri per il tempestivo e pronto intervento svolto» conclude il sindaco D'Orazio.

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