Autoscuole stremate dal lockdown: «Sbloccate gli esami per la patente»

Coronavirus, autoscuole stremate dal lockdown: «Fate ripartire anche noi»
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 15 Maggio 2020, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 11:58

C'è un mondo in subbuglio. E' quello delle autoscuole - 7.000 in Italia - ferme dall'8 marzo perché fermi sono gli esami per la patente di guida. E da questo mondo sale la protesta. La categoria, stremata dal lockdown,  chiede di poter ripartire veramente. Ieri anche il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in una diretta Facebook, ha parlato del problema. «Ci siamo quasi - ha detto il ministro Paola De Micheli - Abbiamo provato a fare una serie di simulazioni per fare ripartire questa attività in sicurezza, abbiamo inviato un piano al Comitato tecnico scientifico e siamo in attesa di risposta per poter dare una data precisa. Noi riapriremo, mi auguro molto presto, con tutte le prescrizioni, sia in materia di prove di guida che di esami».


Ciò che attende la categoria è una data certa per la ripresa della Motorizzazione civile. Solo con lo svolgimento dei quiz e degli esami di guida per conseguire la patente, prove sospese dal Governo da due mesi a causa dell'emergenza coronavuris, il settore potrà riprendere a pieno.

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Ieri il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, con ordinanza, ha dato il via libera da lunedì 18 maggio «all’attività formativa a distanza in diretta streaming (non con video registrati)» e «alle esercitazioni di guida considerando l’automobile un “luogo di lavoro” e, come tale, soggetto a tutte le prescrizioni necessarie ad assicurare la massima igiene, quali, a titolo di esempio, uso della mascherina, igienizzazione delle mani o uso dei guanti da parte dell’istruttore e del discente e la sanificazione dell’automobile dopo ogni guida». Ma, come ripete la categoria, senza  una data precisa degli esami si tratta di una «mini partenza».

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«Ripartire solo con l'attività formativa senza sapere quando ci saranno gli esami è quasi come stare fermi -  dice Luca S., 36 anni, uno del popolo delle partite Iva, titolare con il fratello di un'autoscuola all'Aquila - abbiamo cercato di fare sentir la nostra voce attraverso le associazioni di categoria ma nulla sembra muoversi e intanto la crisi per noi si fa sempre più pesante, i nostri conti correnti sono ormai quasi vuoti, il mio unico dipendente è in cassa integrazione non ha ricevuto ancora nulla. Non possiamo andare avanti così ancora per molto, senza lavorare». Il bonus autonomi di 600 euro lascia (quasi) il tempo che trova.

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Non ci sono solo le associazione delle autoscuole Confarca e Unasca a premere. C'è anche il fiume di ragazzi e non che deve munirsi di patente per affrontare il primo lavoro o perché  ha urgente bisogno di un titolo superiore come la patente C per il camion o la D per gli autobus. E' tutto fermo, anche il conseguimento della CQC, la carta di qualifica del conducente, attestato professionale, un documento obbligatorio che si affianca alla patente di guida per tutti gli autisti di veicoli industriali e autobus. «Dobbiamo sapere quando riaprirà ma Motorizzazione civile - ripete Luca - solo in questo modo potremo riprendere a lavorare.  Per fare ripartire il settore serve una data certa per i quiz e gli esami di guida». 

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