Coronavirus: 229 positivi in Abruzzo, due morti nel Teramano

Coronavirus: 229 positivi in Abruzzo, due morti nel Teramano
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 10:40
Le positività al coronavirus dilagano in Abruzzo: ieri, con 53 nuovi casi, si è arrivati a quota 229. Crescono anche le vittime, arrivate a sette. Ieri se ne sono aggiunte altre due, entrambe di Castiglione Messer Raimondo, nel Teramano: sono uomini di 83 e 79 anni. Cresce, per queste ragioni, la tensione della Val Fino, che continua a chiedere a gran voce ulteriori misure restrittive. Resta la criticità nell’area pescarese-vestina: ben 136 casi riguardano la provincia di Pescara, con 40 nella città-capoluogo, 20 a Penne e 11 a Città Sant’Angelo; in provincia di Chieti se ne registrano 41, con la situazione peggiore a Ortona (13). Nella provincia dell’Aquila preoccupa in particolare la Marsica, arrivata a 11 contagi confermati.

La curva abruzzese cresce in maniera piuttosto uniforme, con percentuali giornaliere che variano dal 22% del 15 marzo al 30% di ieri. Non ci sono, al momento, segnali che lasciano presagire un calo immediato. Il che apre uno scenario da tenere in grande considerazione. Se si fa il ragionamento su base nazionale, su dati dunque strutturati, ci si accorge che sono in terapia intensiva, a ieri, 2.060 persone su 26.062 attualmente contagiati, ovvero l’otto percento. Se quelle abruzzesi in terapia intensiva – dato inconfutabile – sono 32, significa che ci sono almeno 400 persone in regione contagiate, oggi. Ovvero quasi il doppio di quelle finora censite. E questo può essere il frutto della laboriosità delle procedure per arrivare alla diagnosi dai tamponi, anche se i laboratori ora sono due visto che a Pescara si è affiancato l’Istituto zooprofilattico di Teramo. Altro discorso è quello delle terapie intensive. Si parte da una base, in regione, di circa 80 posti, privati compresi. In questi giorni questo numero sta crescendo, ma non si ha ancora un dato ufficiale sul quantum. Viene da pensare, in ogni caso, che se il ritmo di crescita dovesse attestarsi su queste medie (circa il 25% al giorno), basterebbe una sola settimana per arrivare a mille contagi conclamati, con le terapie intensive piene o quasi. Uno scenario da scongiurare, al netto delle operazioni in corso per aumentare questa dotazione. 
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