Carabinieri, colonnello Naselli indagato: la Prefettura parte offesa

Carabinieri, colonnello Naselli indagato: la Prefettura parte offesa
di Teodora Poeta
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 10:38
E’ stata fissata tra esattamente un mese, l’11 settembre, l’udienza preliminare per i 456 imputati della maxi inchiesta Rinascita Scott della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro nel cui elenco figura anche il nome dell’ex comandante del comando provincia dei carabinieri di Teramo, il colonnello Giorgio Naselli. Sono 224 le parti offese indicate dall’accusa, tra queste figura anche la Prefettura di Teramo, che potrà costituirsi parte civile, nei cui uffici si trovavano le pratiche della M.C. Metalli srl di cui aveva chiesto informazioni proprio a Naselli il suo amico, nonché noto penalista di Catanzaro ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli.

La Cassazione, a luglio, ha annullato senza rinvio le due ordinanze di custodia nei confronti di Naselli, accogliendo così il ricorso dei suoi legali, gli avvocati Giuseppe Fonte e Gennaro Lettieri. Nonostante ciò, la Procura distrettuale antimafia, che aveva già chiuso le indagini, ha chiesto che Naselli, all’epoca dei fatti prima comandante a Catanzaro, poi a Teramo, vada a processo. «Non avevamo dubbi che sarebbe andata in questo modo», commenta l’avvocato Fonte.

Secondo gli inquirenti, a coordinare l’inchiesta è il pm antimafia Nicola Gratteri, Naselli avrebbe quindi passato informazioni riservate all’amico Pittelli accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta. In udienza preliminare l’ex comandante provinciale dei carabinieri dovrà difendersi dalle accuse di violazione di segreto d’ufficio e associazione mafiosa. E’ il 19 dicembre quando viene arrestato. Dopo un mese gli sono stati concessi i domiciliari. Ma dalla Cassazione entrambe quelle ordinanze sono state recentemente annullate senza rinvio. Una decisione che per i legali del colonnello potevano anticipare anche una richiesta di archiviazione che al contrario non c’è stata. Adesso tutto si deciderà davanti al gup, l’11 settembre, dove, ma "è ancora presto per dirlo", i difensori potrebbero anche scegliere un rito alternativo.
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