Marginalità o scelta di vita? Difficile capire dove un’esistenza fatta di ristrettezze ai bordi delle strade di Pescara nasconda l’espulsione dal mondo “normale” dopo la perdita del lavoro, della famiglia o l’arrivo di una malattia oppure sia solo il percorso di un modo di esprimersi, una vita senza nulla, naturista, fatta di regressione al baratto e pochi spiccioli per mangiare. «Ogni volta che ci si trova di fronte a situazioni del genere vanno allertati il 112, il 113 o i vigili urbani che poi chiedono l’intervento degli assistenti sociali - dice l’assessore comunale Nicoletta Di Nisio - Si tratta di persone che hanno bisogno di aiuto».
Difficile censire i senzatetto che gravitano su Pescara. «Possono essere 15 o 60, vanno e vengono» dice Di Nisio. Tra questi ci sono anche ragazzi e donne, persone indigenti, sole, malate o con disturbi psichici, che è l’emergenza nell’emergenza come racconta la storia di due donne con patologie psicologiche che rifiutano aiuto e medicine e continuano a dormire in auto. Oppure il clochard straniero della D’Annunzio, la scuola è la sua casa-parcheggio: impossibile allontanarlo. Se ne è appena andato, invece, un gruppo di 40 clochard albanesi. Vivevano tra la stazione e piazza D’Avalos, chiedendo elemosina e dormendo sulle panchine. Convinti da un volontario di Chieti, hanno accettato di tornare a casa ma hanno detto che torneranno a dicembre. Per loro, come per tutti gli altri senzatetto che girovagano su Pescara, i posti letto sono pochi e prima che arrivino le temperature rigide, l’assessore ai servizi sociali vuole mettere in campo un piano di interventi basato sull’aumento dei volontari e di strutture. «Entro settembre farò il punto con le associazioni e con don Marco che si occupa del dormitorio della Cittadella, dove ci sono 30 posti letto, insufficienti al fabbisogno».
Ampliati i posti letto, poi bisogna convincere i clochard ad andarci e «raramente lo fanno quando si devono separare dal loro cane, che non può entrare - spiega l’assessore - stiamo pensando di sistemare gli animali in un piccola area verde vicino alla Cittadella, con custode. Don Marco ha già individuato una persona». Un senzatetto, ex detenuto, che con l’aiuto della comunità è riuscito a trovare un lavoro e ha ripreso in mano la sua vita. «Questo vogliamo fare, aiutare i clochard a trovare a una vita accettabile. In tre casi su 10 ci riusciamo» ammette l’assessore.