Clochard dorme alla stazione: «Non voglio aiuti da nessuno»

Clochard dorme alla stazione: «Non voglio aiuti da nessuno»
di Maurizio Di Biagio
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Domenica 27 Dicembre 2020, 12:53

Vagabondo per scelta. Durante tutte le festività di Natale ha preferito dormire nell’androne della stazione ferroviaria di Teramo, quando il mondo fuori brindava con lo spumante e guardava al caldo la tv.
Ha riposato a volte tossendo, con le coperte consegnate generosamente dal sindacalista, segretario della Sicet, Berardo Di Antonio, che l’ha scovato e peraltro rifocillato. Lui 59enne vive di lavori saltuari e di una piccola pensione di invalidità di 280 euro ma preferisce di giorno sgattaiolare su qualche pullman, che lui adora, e andarsene ramengo. «Mi adeguo a fare lavori soprattutto in campo elettrico, ho lavorato per un po’ di anni anche in una cooperativa, ma in definitiva non chiedo niente a nessuno» dice.

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Lo stesso sindaco di Crognaleto, Giuseppe D’Alonzo, racconta che ha rifiutato gli aiuti messi in campo dal suo servizio sociale, «a cominciare dai buoni pasto». Una bottiglia di vino accanto alla panchina per riscaldarsi la notte, una sacca scura e buste accanto, un brutto accesso di tosse alle undici di mattina, quando riferisce che ha un’amica nei paraggi che visita di quando in quando. Il suo mondo è lì, in pochi metri quadri. «Abito a Nerito di Crognaleto, anzi di preciso nelle vicinanze di Fano Adriano (il sindaco dirà a Piane Vomano, ndr), ho una casa da quelle parti ma amo prendere i bus e girare per conto mio». Gli occhi chiari, sotto un ciuffo rado nero, si ravvivano quando il sindacalista gli propone di venire lunedì in sede da lui alla Cisl per istruire la domanda per il reddito di cittadinanza: il clochard pare interessato per la prima volta nella mattinata di Santo Stefano. Si fa ripetere l’indirizzo e rinuncia a memorizzare il numero telefonico sul suo piccolo cellulare fuorimoda di colore giallo. Ammette, come del resto lo stesso sindaco spiega più volte, che passa le sue notti nell grande struttura dell'ospedale Mazzini di Teramo, ma con il Covid-19 diventa più difficile farlo. La mattina gelida pare non turbarlo. «Ho qualche parente a Teramo, un ex assessore che però non vedo mai» e fa intendere più volte che la scelta del Natale lì, è solo sua. Ha il padre e le sorelle a Roma ma lui scansa ogni tipo di invito.
 

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