Sono arrivati di notte. Poco prima dell'arrivo del nuovo anno, un grosso cinghiale nero e i suoi piccoli sono comparsi accanto a pastori e pecorelle nel presepe che ogni anno il Comune di Bussi allestisce in piazza Giovanni XXIII. Di dimensioni più o meno reali e rigorosamente in cartone plastificato, come gli altri protagonisti della rappresentazione della Natività, la pacifica famiglia ha trovato posto sul prato che sovrasta la capanna. Mamma cinghiale e figli, copie fedeli degli originali che frequentavano il paese e che a ottobre hanno osato entrare nella scuola dell'infanzia, questa volta non sono arrivati di loro iniziativa e con intenzioni tutt'altro che pacifiche. L'invito è partito dal sindaco Salvatore Lagatta in persona. È sua l'idea di affidare ai cinghiali del presepe la missione di sdrammatizzare quanto successo a scuola e nei giorni successivi.
Oltre che per il pericolo vissuto dai piccoli alunni della scuola, tutti fortunatamente illesi dall'incursione in aula degli invadenti animali selvatici, il paese era finito sulla stampa nazionale per la mattanza di cinghiali attuata il giorno dopo. Nel dibattito in corso in tutta la penisola, grandi città comprese, Bussi, complici raccapriccianti foto comparse sui social, si era ritrovato con la fama di chi la soluzione al problema l'ha trovata con l'abbattimento indiscriminato che non risparmia nemmeno i cuccioli. «Non erano e non sono queste le nostre intenzioni chiarisce il sindaco Lagatta.
Un consiglio che gli invasori sembrano aver seguito. Oltre alle riproduzioni comparse nel presepe, negli ultimi tempi in paese non ci sono state segnalazioni della presenza degli originali nel centro storico e in periferia. L'idea dei cinghiali nel presepe non è nuova. Modelli in terracotta per piccoli o grandi scene della Natività si trovano in vendita da artigiani e anche su eBay, ma il contesto di Bussi è decisamente originale. Quelli riprodotti nel presepe del Tirino hanno una missione speciale da compiere. Fare in modo, dice il sindaco Lagatta, «che non diventino come il lupo delle favole del passato».