Quest’anno per contenere qualsiasi tipo di diffusione del contagio da Coronavirus la Processione non si terrà, ma l’Arcivescovo Bruno Forte al termine della liturgia della Passione che si svolgerà presso il Seminario Regionale di Chieti a porte chiuse, simbolicamente ripercorrerà un tratto del tragitto storico della Processione e impartirà la Benedizione da piazza S. Giustino dove giungerà attraversando da solo Corso Marrucino. «Abbiamo pensato a questo momento che coinvolgerà i cittadini per vivere un momento di fede e di devozione nonostante il momento difficile - prosegue Loris Medoro - e per mantenere la tradizione. È la prima volta nella storia che ufficialmente non si svolge la storica Processione del Venerdì Santo a Chieti: secondo una "vox populi" nel ‘44, durante l’occupazione tedesca, nonostante il divieto imposto dai tedeschi la processione si sarebbe tenuta in forma ridotta così come accadde anche nel ‘56 nonostante l’abbondante nevicata che ne pregiudicò il rito completo. »La prima uscita ufficiale della Processione - racconta Giampiero Perrotti, Governatore della Confraternita del Sacro Monte dei morti - risale,secondo i documenti,al 1650 quando in occasione dell’anno Santo l’Arciconfraternita,nata nel 1603, organizzò la prima edizione della Processione che si recò a Roma in pellegrinaggio a piedi. Secondo storici del ‘500 - conclude Perrotti- la prima Processione risalirebbe invece all’ 842 quando si concluse la riedificazione della Cattedrale dopo la distruzione di Chieti ad opera dei Franchi che combatterono contro Chieti poichè all’epoca la città era la punta estrema del Regno dei Longobardi». La prima processione con i simboli e le statue che avrebbero sfilato anche domani sera, tra i quali la statua del Cristo Morto che da il nome alla rievocazione, risale al 1855.
Chieti, in venticinquemila per la processione del Cristo morto
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