L'orologio che aveva al polso si è fermato cinque minuti prima delle dieci di ieri mattina: è verosimilmente quella l'ora del decesso di Luca La Rovere, 39 anni compiuti ad aprile, di Pretoro. Luca è morto ieri a Chieti cadendo dal belvedere intitolato a Ettore Troilo, dietro il museo archeologico della Villa comunale, nello schianto sul marciapiede sinistro di via Ricci. Un volo di 4 metri e 68 centimetri dalla balaustra a terra, un impatto che gli ha provocato la frattura della fronte, con ferita lacero contusa e una copiosa perdita di sangue, e la frattura di un gomito.
La Rovere è caduto faccia a terra, come e perchè dovrà stabilirlo l'inchiesta aperta dal pm Giancarlo Ciani, giunto per un sopralluogo sul posto dove hanno operato la vice dirigente della Squadra Mobile Nicoletta Giuliante, il medico legale Pietro Falco che ha eseguito l'ispezione cadaverica e al quale oggi verrà affidata l'autopsia, l'ispettore superiore Nicola Di Nicola della Mobile, la Polizia Scientifica, gli uomini della Volante coordinati dal dottor Antonello Fratamico, i Vigili urbani coordinati dal vice comandante Fabio Primiterra.
Suicidio, caduta accidentale dovuta ad un'allucinazione causata dall'assunzione di sostanze o altro, per esempio una spinta o una lite finita male? Si esclude categoricamente quest'ultima pista, cioè l'omicidio, restano in piedi l'istigazione al suicidio o la morte come conseguenza di altro reato legata all'eventuale assunzione di sostanze che potrebbe aver provocato la perdita di controllo di La Rovere che sportosi troppo oltre la balaustra che sovrasta il muraglione, o dopo averla scavalcata, si sarebbe gettato. Purtroppo non funzionano le telecamere di videosorveglianza del Comune che inquadrano il belvedere: quelle immagini avrebbero permesso di ricostruire quei drammatici attimi.