Chieti, morto nella notte l'assessore comunale Antonio Viola

Chieti, morto nella notte l'assessore comunale Antonio Viola
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Lunedì 29 Giugno 2020, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 16:58
È scomparso improvvisamente nella notte nella sua casa in via Saline di Cerratina l’avvocato Antonio Viola, assessore alla Cultura e allo Sport della giunta comunale di Chieti (nella foto in basso con il sindaco Umberto Di Primio). Aveva 60 anni e in passato aveva già avuto qualche problema di salute. Probabile, quindi, che la sua morte improvvisa sia dovuta a un malore.

Un fulmine a ciel sereno per quanti lo conoscevano per la sua attività professionale e politica.
Antonio Viola era nato a Gaeta (Latina) il 18 giugno 1960. Conseguita la laurea in Giurisprudenza iniziò ad esercitare presto la libera professione di avvocato e ad impegnarsi attivamente in politica negli ambienti della ex Democrazia Cristiana. È stato Consigliere Comunale a Chieti dal 1990 al 1993, dal 1993 al 1997 e dal 1997 al 2000. Assessore dell’Amministrazione Di Primio dal 2010 al 2015 e dal 2015 al 2020 ha anche ricoperto il ruolo di consigliere comunale nel Comune di Carpineto della Nora. 



L’ultimo saluto verrà celebrato domani, alle 15.30, nella chiesa del Convento delle figlie dell’amore di Gesù e Maria a Brecciarola, poi il corpo verrà trasferito nel cimitero di Chieti. Tante le reazioni su Facebook. «Va via un gran signore».
L'ultima sua uscita pubblica nel consiglio comunale del 25 maggio in streaming per parlare del bilancio previsionale del Marrucino. Nella stessa seduta spiegò la ripresa della cultura in città con la possibilità di organizzare spettacoli all’aperto, nelle piazze del centro storico, durante l’estate.
LA LETTERA DEL SINDACO
Il sindaco Di Primio ha pubblicato un messaggio di cordoglio per il suo assessore: «Ho provato un grande dolore, questa mattina, quando mi hanno comunicato la scomparsa di Antonio. Il suo impegno, al pari di ciascun amministratore in prima linea nella politica attiva, annoverava estimatori e detrattori ma l’aspetto umano, la sensibilità della persona, il suo impegno nelle piccole e grandi battaglie dei cittadini e nel caso di Antonio, degli individui spesso “ai margini” della società, aspetto quest’ultimo poco noto ai più, dovrebbe indurre a riflessioni più elevate piuttosto che spicciole e banali considerazioni. In momenti come questo ci si sofferma sul profilo umano di chi lascia questa vita terrena e io intendo farlo, consapevole del fatto che più di ogni altro e da vicino, in questi dieci anni ho potuto apprezzare Antonio, il mio assessore, per la sua mitezza, il suo essere riflessivo, il suo garbo e quel saper misurare le parole perché mai fossero al di sopra delle righe: questo ha fatto di lui un uomo rispettoso e capace di rispondere ad ogni attacco con estrema serenità, quella stessa che risultava disarmante per chi, con lui, voleva scontrarsi. Nell’ultimo periodo, a causa dell’ostracismo di alcuni, ci eravamo ancor più avvicinati politicamente, aveva voglia di fare ancora “amministrazione” e voleva candidarsi per sostenere ancora una volta il progetto del centrodestra per la città. La sua scomparsa mi fa molto riflettere sull’importanza che a volte, anche in politica, si dà a cose che poi, di fronte alla morte, quando non è più possibile recuperare, ci accorgiamo essere inutili esercizi di supponenza. Mancherà la sua gentilezza, la sua educazione e quella delicatezza che lo hanno accompagnato nel corso di tutta la sua vita, scalfita fin dalla tenera età da esperienze dolorose ma che mai hanno reso il suo cuore insensibile e lontano dai problemi della gente».

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