Ancora chiuso il castello-scrigno: le proteste dei turisti

Il castello orsini di Avezzano. Ancora chiuso il castello-scrigno: le proteste dei turisti
di Pino Veri
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Domenica 19 Luglio 2020, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 08:26

Ancora un'estate senza castello: è difficilissimo visitare il maniero costruito nel 1490 eppure  sta proprio al centro di Avezzano, a ridosso della villa comunale. Ci devi passare per forza se entri in città, se cioè percorri la Tiburtina e vai da Roma a Pescara senza prendere l'autostrada: è questa la ragione per la quale i turisti, e tra loro anche molti romani, chiedono informazioni, protestano per quel portone chiuso e poi vanno via delusi.

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Eppure quel castello è uno scrigno di tesori ai più sconosciuti, non agli avezzanesi però. Quando si parla di Marsica si va subito ad Alba Fucens, la città romana situata sotto al Velino o ancora si pensa ai libri di Ignazio Silone lo scrittore marsicano di Pescina ma non si considera quel tesoro che fa bella mostra di se lì in mezzo. La storia racconta che Virginio Orsini lo costruì come fortezza nel 1490. Sì, perché quando la signoria degli Orsini si stabilì in quei luoghi, gli avezzanesi non sopportarono il dominio medioevale dei signorotti e si ribellarono confermando l'indole battagliera e mai doma dei marsicani. Gli stessi che l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, nato e vissuto per tanto tempo ad Avezzano, invitato dall'ex sindaco Di Pangrazio alla celebrazione dei cento anni dal terremoto del '15 nel suo discorso pronunciato a ridosso della stele del Monte Salviano eretta a ricordo dei defunti, non ebbe alcun timore nel sostenere che il carattere dei marsicani ha fatto sì che questi potessero rinascere dopo il sisma e la loro indole li ha riportati al ruolo che attualmente ricoprono.

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«Né contro i marsicani né senza di loro nell'esercito romano», esortava Tito Livio. Non per nulla l'impegno di Gianni Letta per la sua Avezzano si è profuso anche nella riapertura dei lavori che porteranno alla luce l'antica Collegiata di San Bartolomeo, anch'essa al centro della città e praticamente sita a pochi metri dal maniero. «Ma allora, perché quel castello appare così sottovalutato?»,  commenta l'ex assessore al verde Crescenzo Presutti il quale, non senza critiche inopportune, testardamente ne ha rimesso a nuovo i giardini e quel luogo circostante che da qualche mese appare in tutto il suo splendore, ricco di siepi, erbe ricercate, alberi accuratamente scelti. Sì, ma dentro? «All'interno, in alto a destra c'è rappresentato il simbolo dell'Ordine cavalleresco del Toson d'oro, l'emblema della corporazione dei cavalieri istituita nel 1431 a Bruges da Filippo il Buono», commenta sempre Presutti che non perde occasione per fustigare i costumi dei maleducati che danneggiano le siepi, che criticano il comune per quei lavori e che non apprezzano lo sforzo di chi vuol valorizzare quella storia così affascinante.

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