Calo demografico in Abruzzo
persi ancora quattromila abitanti

Calo demografico in Abruzzo persi ancora quattromila abitanti
di Saverio Occhiuto
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Venerdì 8 Gennaio 2016, 10:49
PESCARA - Un riflesso scontato della crisi: meno lavoro, minori opportunità di creare occasioni di ricchezza, meno abitanti. E' l'esperto della Cna, Aldo Ronci, a segnalare il preoccupante calo demografico registrato in Abruzzo nei primo otto mesi del 2015. Complessivamente la regione perde nelle quattro province 4.060 abitanti, con un decremento dello 0,30%, di molto superiore alla media nazionale dello 0,18%. Ed è così per il terzo anno consecutivo, un altro preoccupante indicatore socio-economico che parla di una crisi ormai strutturale.

CONTROTENDENZA
Il dato sul calo demografico risente soprattutto del saldo migratorio, anche questo in controtendenza in Abruzzo (-0,02%) rispetto al +0,03% registrato su scala nazionale. E dire che solo fino a pochi anni fa, gli extracomunitari erano proprio quelli che contribuivano a gonfiare il registro anagrafe dei comuni, soprattutto quelli più piccoli e delle aree interne, dove lo spopolamento sembrava inarrestabile.
Per tornare alle cifre, la popolazione abruzzese è passata da 1.331.574 abitanti registrati al 31 dicembre 2014, a 1.327.514 del 31agosto 2015. Il decremento più forte riguarda la provincia di Chieti (-1.605), seguita da L'Aquila (-1.024), Pescara (-743) e Teramo (-688). Proprio nella città dell'Aquila, quella che per la massiccia presenza di cantieri edili dovrebbe accogliere la maggiore forza lavoro, si registra il calo demografico più sensibile fra i quattro capoluoghi di regione: (-372). Seguono Pescara (-296), Chieti (-222) e Teramo (-109). Nei primi otto mesi del 2015 sono soltanto quattro i comuni con più di 15mila abitanti dove si segnala un incremento della popolazione: San Salvo (+54), Avezzano (+44), Roseto (+29) e Silvi (+9). Decrescono invece Lanciano (-194), Sulmona (-129), Ortona (-112), Giulianova (-57), Martinsicuro (-44), Spoltore (-13), Vasto (-9), Francavilla (-4) e persino Montesilvano (-3), la città che meriterebbe un discorso a parte visto che nell'ultimo ventennio ha avuto un incremento urbanistico-demografico vertiginoso che l'ha portata a raddoppiare il numero dei suoi abitanti, mentre oggi si ritrova anch'essa con il segno meno, sia pure per una incollatura.

FLESSIONE
Cifre che nello studio di Ronci vengono messe in stretta relazione con la pesante flessione di 35mila occupati subita dall'Abruzzo nei primi nove mesi del 2015 rispetto al quarto trimestre 2014, e che pongono la regione nelle posizioni di coda a livello nazionale quando si mettono a confronto i dati sulla ripresa economica. Ripresa che in Abruzzo si vede poco, mentre nello stesso periodo anche l'export fa segnare un decremento del -1,14%, contro il +2,9% del dato nazionale. Come dire, l'automotive non basta a trascinare da solo l'aratro in una regione dove il 95% del tessuto produttivo è rappresentato dalle micro-imprese, che andrebbero accompagnate, segnala Ronci, nei processi di innovazione e di ricerca per ritrovare competitività sui mercati nazionali e internazionali.
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