Berlusconi, il ritorno all'Aquila dopo tremila giorni tra spadoni, balconi e gag/Video

Berlusconi, il ritorno all'Aquila dopo tremila giorni tra spadoni, balconi e gag
di Stefano Dascoli
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Domenica 27 Gennaio 2019, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 11:15

L’AQUILA - Sono trascorsi, per un singolare scherzo del destino, esattamente tremila giorni da quel 9 novembre 2010. Anche allora si trattava di un ritorno. Della 27esima visita all’Aquila dopo il sisma del 2009, 284 giorni dopo quella del 29 gennaio dello stesso anno. Ci furono scontri e contestazioni. Un momento, carico di tensione, che ha rappresentato una cesura nel rapporto tra L’Aquila e Silvio Berlusconi. Lo ha confessato ieri il Cavaliere, che non ha negato la commozione: «Un ricordo che non finirà mai. Qui il mio governo ha ridato le case ai terremotati in cinque mesi, un risultato straordinario. Ho nel cuore la straordinaria forza e generosità della gente dell'Aquila. Ho abbracciato tante persone che avevano perso i loro cari, persone a cui sono ancora oggi legato, ci scriviamo per Natale». Sono distanti i tempi delle folle oceaniche, ma ad accogliere Berlusconi c’era un auditorium Ance comunque gremito e ribollente di entusiasmo.
 


Il ritorno dopo una lunga assenza che il Cavaliere ha motivato così: «Non sono più tornato all’Aquila dopo la fine del nostro governo – ha detto Berlusconi - perché temevo di essere troppo rattristato dal dover constatare che non era continuata la nostra opera di ricostruzione. Ho temuto anche che ci fossero delle manifestazioni, che mi si assicurava erano ben organizzate, da parte della sinistra, che voleva diminuire ciò che avevamo fatto, accusandoci di non avere neppure tolto le macerie dalle strade dell’Aquila. Noi, naturalmente, stavamo facendo anche questo, con il Genio militare, ma una deliberazione del Consiglio comunale, a maggioranza di sinistra, ci impose di arrestare la raccolta per affidarla alle realtà locali».


Quello dell’auditorium, nell’anniversario del 25esimo anno dalla nascita di Forza Italia, è stato un incontro-fiume. Berlusconi ha parlato per due ore, non mostrando alcun segno di cedimento e una condizione invidiabile. Toccando tutti gli argomenti. A partire dal sostegno a Marco Marsilio, candidato del centrodestra alla presidenza, con il quale ha scherzato: «Invece di stare in Senato a fare niente lavori per questa regione»: «Lo abbiamo scelto – ha poi aggiunto seriamente - in modo molto democratico, con un sondaggio, ripetuto tre volte, che lo ha fatto emergere come migliore dei nostri candidati e al di sopra dei nostri avversari. Cosa confermata anche dall’ultimo sondaggio, qualche giorno fa. E’ la persona più giusta». Con un dossier alla mano, Berlusconi ha parlato dell’Abruzzo come «della regione che ha dato vita alla ripresa del sud, la più ricca del sud», quella «dalla vita media più alta» e con «meno tumori in Italia» (in realtà forse si riferiva a una media inferiore al dato nazionale). Continuando a sciorinare i dati ha evidenziato «una cosa molto grave, che addolora: un ragazzo su tre è costretto a emigrare per trovare lavoro».

Poi ha consigliato a Marsilio di «sintetizzare» il programma e ha letto l’ultimo sondaggio Tekné che evidenzia, come problema principale, la precarietà lavorativa. «Qui vanno attratte imprese, anche quelle rilocalizzate dopo il sisma. Si chiama fiscalità di vantaggio» ha sentenziato. «Qui avete un costo che va affrontato: la sanità – ha proseguito - Tempi inaccettabili per le visite specialistiche e troppe persone che vanno a lavorare altrove. C’è una carenza grave di medici e paramedici. Devono essere scelte e assunte duemila nuove persone per dare all’Abruzzo una sanità adeguata». Sui trasporti il Cavaliere ha definito «cose da pezzi» le quattro ore e mezza necessarie da Pescara a Roma, in treno, e ha citato l’allungamento della pista aeroportuale di Pescara e il potenziamento delle autostrade del mare.

A Berlusconi Natalia Nurzia ha donato il torrone Nurzia («Domani scriveranno che sono venuto qui per questo»), mentre Roberto Tinari gli ha consegnato un rosone di Collemaggio e Stefania Pepe una bottiglia di vino. Non sono mancate le bordate al governo («Spero che cada ogni giorno, vedo un pericolo come nel 1994, quasi più grave. Questi grillini hanno le stesse idee dei comunisti di allora, anzi, loro si proclamano comunisti ma non da salotto, da strada», pur mantenendo un atteggiamento «garantista» con Salvini, riferito al caso Diciotti.

LA GIORNATA - Un uragano sulla campagna elettorale. Silvio Berlusconi è piombato all’Aquila (e lo farà nei prossimi giorni in altre zone d’Abruzzo) in maniera dirompente, sebbene senza richiamare pubblico e suggestioni di un tempo. Ma certamente con la consueta ironia, come quando ha spezzato il silenzio per una piccola amnesia durante il suo discorso all’Ance con un «io vado in circolo bene di pomeriggio, la mattina meno» o quando ha ricevuto, dalla fidata senatrice Licia Ronzulli, un bicchiere d’acqua colorata d’arancio: «Cosa è questa? Non me l’hanno mai data, adesso che sono sceso in campo pensano abbia bisogno della vitamina C. No, bevo l’acqua». E giù un applauso scrosciante. «Mi hanno mandato anche un medico – ha proseguito – ma c’è rimasto male: gli ho detto che sto bene, mi sento in forma, non ho neanche un’unghia incarnita». Insomma, Berlusconi è più che mai determinato a incidere ancora. E l’Abruzzo, in questo senso, può essere un viatico importante per le Europee, il ritorno alla candidatura: «Licia, hai portato lo spadone? – ha scherzato ancora con la Ronzulli, evocando una “gag” del 2013 – Serve a benedire candidati e militanti, da oggi la propaganda dovrà essere il vostro primo impegno».

Tra una foto e un selfie, Berlusconi ha chiuso l’incontro fiume all’Ance per portarsi a Sant’Antonio, in via Remo Brindisi, uno dei nuovi quartieri costruiti per sua volontà dopo il terremoto. Qui ad attenderlo c’era la famiglia di Giuseppe “Pino” Ussorio, ex consigliere comunale forzista, uno dei residenti del Progetto Case: «Siamo felicissimi che Berlusconi venga qui dopo tanto tempo. Lo ringrazieremo: queste case ci hanno consentito di rimanere qui, senza trovare sistemazioni altrove. E’ rimasta una città, non è poco dopo una tragedia simile. Una decisione felice in quei giorni tremendi».

IL BALCONE - Berlusconi si è affacciato dal balcone dell’abitazione al secondo piano. Ha salutato i pochi residenti che da giù lo hanno applaudito, ringraziato e stimolato (c’è anche chi gli ha chiesto di comprare L’Aquila calcio). Poi ha chiamato a sé Marsilio e lo ha benedetto: «Questo signore è il nostro candidato per il governo della Regione. Vi posso garantire personalmente che è stata la scelta migliore, è bravo, farà tutto ciò che è nel programma e sarà capace di farsi valere a Roma nei confronti del governo». Il Cavaliere ha avuto accanto a sé per tutta la giornata il partito al gran completo. Innanzitutto Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. E poi Nazario Pagano, Paola Pelino, Fulvio Martusciello (annunciata la sua ricandidatura in Europa), Antonio Martino, i candidati al consiglio regionale (tra gli altri gli “aquilani” Emilio Iampieri, Antonio Del Corvo, Annalisa Di Stefano), i sindaci Umberto Di Primio e Gabriele De Angelis, Carlo Masci, Luigi Albore Mascia.

IL BREAK -  Dopo un breve break con un pasto molto leggero alla Dimora del Baco di Loreto Giangrossi, Berlusconi ha chiamato a raccolta categorie e parti sociali, per una riunione approfondita sull’Abruzzo.
C’erano, tra gli altri, Giammarco Giovannelli (Federalberghi), Celso Cioni (Confcommercio), Agostino Ballone (Confindustria), Angelo Taffo (Acai), Annaletizia Baccante (che gli ha portato i saluti dell’amico di lunga data Sergio Dompè), Paolo De Cesare di Ance, Daniele Giangiuli di Confartigianato. Qui il Cavaliere ha dato il meglio di sé, addirittura vestendo i panni di un vero e proprio regista per descrivere, dettagliatamente, la sua idea di uno spot per promuovere le bellezze della regione. Si è parlato di economia, artigianato, trasporti, ambiente. Soprattutto pensando a possibili defiscalizzazioni e aiuti per favorire l’occupazione, come quello dell’esenzione contributiva per giovani e ultra cinquantenni neo assunti. Il sindaco Biondi, alla fine, lo ha ringraziato: « Credo che questa città debba riconoscere i meriti a quest'uomo e a quell'esecutivo». In serata il Cavaliere si è fermato con la scorta al Tropical. Annunciato il ritorno in chiusura di campagna elettorale. 

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