Per la ferocia della rapina alcuni dei sette arrestati presero le distanze definendo alcuni complici “Bestie e carogne”. Queste le nuove condanne: Alexandru Bogdan Colteanu ha avuto 14 anni di reclusione(15 anni e 4 mesi in primo grado); venne chiamato in correità e ritenuto la violenta bestia e carogna che avrebbe per mutilato la Bazzan. Per il capo banda e ronda esterna Marius Adrian Martin condanna a 11 anni(era 11 anni e 4 mesi), per Aurel Ruset 8 anni e 4 mesi(10 anni), Costantin Turlica 8 anni(10 anni), per Ion Turlica 8 anni(9 anni e 4 mesi), per Bogdan Ghiviziu, palo e autista, 7 anni(8 anni). Per tutti le accuse sono di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma. Infine confermati i 10 mesi per Gheorghe Jacota, unico libero, accusato di favoreggiamento nella fuga di Ghiviziu posto ai domiciliari col braccialetto elettronico.
Hanno puntato ad ottenere assoluzioni e sostanziosi sconti di pena il nutrito collegio difensivo composto dagli gli avvocati Rocco Ciotti, Alessandra Acciaro, Andrea D’Alessandro, Nicola e Paolo Sisti, Roberto Crognale, Massimiano Bravin e Vincenzo Menicucci. Si attendono ora le motivazioni della sentenza per capire se si ricorrerà in Cassazione. La banda di ladri e rapinatori venne schiantata dalle indagini di carabinieri e polizia, annientati dai video e risultanze scientifiche e biologiche su impronte, dna, saliva e tracce di sangue. Colteanu dichiarò “Mai entrato in villa. Ho l’alibi, ero all’albergo Alba”. Ai Martelli furono rubati 1.900 euro al bancomat, oro e tre orologi. Un Breitling l’aveva al polso Colteanu arrestato a Casal di Principe(Caserta). Un altro l’indossava un Turlica in carcere. Neppure ieri Carlo Martelli e Niva Bazzan hanno presenziato al processo, come nel primo grado, sempre col rito abbreviato. «E’ una delle poche volte che la giustizia d’ Appello non ribalta totalmente le sentenze – dice Carlo Martelli. Siamo contenti. Siamo ancora spaventati per l’accaduto e il mese scorso altri ladri hanno provato di nuovo ad aprire le persiane della nostra abitazione. I romeni erano di altro livello evidentemente. Queste avvenimenti continuano a spaventarci perché siamo sempre in casa. Quanto al processo noi siamo tranquilli e non volgiamo più pensarci. Per quanto riguarda gli imputati se hanno avuto la condanna vuol dire che era giusto averla. Personalmente non ce l’ho con nessuno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA