Neonato curato male, quasi sei milioni di risarcimento dopo 23 anni

Neonato curato male, quasi sei milioni di risarcimento dopo 23 anni
di Teodora Poeta
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Giugno 2021, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Riceveranno un maxi risarcimento civile da 5milioni e 800mila euro per i danni riportati dal figlio nato prematuro in un ospedale della Asl di Teramo dove, secondo i giudici, il neonato non fu assistito tempestivamente e per questo la sua vita ha avuto conseguenze irreparabili. Ci sono voluti, però, 23 anni per arrivare a questa sentenza definitiva con la Regione Abruzzo e la Gestione liquidatoria dell’ex Ulss di quell’ospedale (subentrata con la soppressione delle Unità sanitarie locali e l’istituzione delle aziende Usl come soggetti giuridici obbligati ad assumere a proprio carico i debiti pregressi anche in caso di sentenze esecutive, ndr) che adesso dovranno pagare il maxi risarcimento, frutto di interessi e rivalutazioni nell’arco di tutto questo tempo.

La Asl di Teramo si rivolge alla magistratura: troppi i furbetti del risarcimento


La vicenda, in realtà, risale al 1988, quando è nato il bambino. Ma solo dieci anni dopo, a dicembre del ’98, la Regione ha ricevuto una lettera di risarcimento danno per le lesioni subite dal piccolo al momento della nascita. Da quel momento si inizia a mettere in moto la complicata macchina della giustizia civile che per la famiglia dell’allora bambino, incontrerà mille inceppi. Nel 2004, però, dopo aver ricevuto come risposta dalla Regione un nulla di fatto, i genitori si affidano all’avvocato Giovanni Gebbia che li ha seguiti fino alla fine. In questo tortuoso percorso per chiedere un giusto risarcimento per il loro figlio, i due genitori si sono dovuti scontrare con periti che hanno messo in discussione il nesso di causalità, poi confermato, insieme alla sussistenza della responsabilità sanitaria, ma anche l’ipotesi della prescrizione. E’ stata la Cassazione, nel 2016, a rigettare il ricorso della Asl (in particolare della Gestione liquidatoria) e a confermare l’insussistenza della prescrizione del diritto al risarcimento danno.

La sentenza di priamo grado è arrivata nel 2018. Oggi la Asl di Teramo e la Regione dovranno pagare, dopo una transazione, 5milioni e 800mila con tanto di interessi e rivalutazione.


Quel bambino nato prima dei termini, quando la sua mamma non era ancora pronta, ma anche il suo corpicino non lo era e i sanitari avrebbero dovuto immediatamente trasportare entrambi in una struttura come quella di Pescara, dotata della Neonatologia e della Chirurgia pediatrica, oggi è un ragazzo alto e robusto, che ha 33 anni per l’anagrafe, ma molti di meno a livello di apprendimento. La nascita prematura in quelle condizioni gli ha segnato per sempre la vita, avendo riportato un’invalidità dell’80 per cento. Sono state le numerose perizie di parte a confermare che c’è stata una responsabilità medica con un nesso di causalità. A prendersi cura di lui sono i suoi genitori ormai anziani che adesso potranno sapere di avere un fondo da destinare a quel figlio che nella vita si è dovuto privare di tante cose, dal lavoro ai viaggi con gli amici, ma non di certo si è privato dell’amore più grande, quello di mamma e papà, che proprio per lui hanno lottato per più di vent’anni e ottenuto alla fine un maxi risarcimento. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA