Si stava rifacendo una vita con un altro compagno, ma contemporaneamente secondo l'accusa, insieme a quell'uomo maltrattava i suoi due figli, all'epoca entrambi minorenni di 14 e 7 anni, tutti e due già affidati all'ex marito in fase di separazione. La donna, una 42enne teramana, e il suo compagno, un 42enne pure lui della provincia di Teramo, sono finiti a processo con il ragazzo più grande, che oggi è maggiorenne, e suo fratello, attraverso il papà, parti civili assistiti dall'avvocata Eleonora Lauletta.
I fatti contestati vanno da gennaio del 2017 a febbraio dell'anno successivo. In quel periodo i due fratellini vedevano la mamma e il suo compagno nei week end alternati, ma più andava avanti il tempo, più mostravano malcontento. Fino a quando non sono venuti fuori i loro racconti, confermati anche a processo oggi che sono cresciuti e «che hanno anche metabolizzato l'eventuale rabbia che potevano provare per la separazione dei genitori», dice l'avvocata Lauletta.
In aula sono stati sentit gli imputati, la donna e il suo compagno: entrambi hanno sminuito i fatti contestati, descrivendo le accuse come «scherzi che venivano fatti in casa». «I bambini secondo me sono stati manipolati», ha detto l'uomo.
Una volta il compagno di lei, nel corso di un duro confronto col figlio maggiore, gli avrebbe afferrato il borsone da calcio e glielo avrebbe scaraventato fuori dalla porta per poi spintonare con violenza fuori anche il ragazzino fino a strappargli la manica della felpa. Ma lo avrebbe anche colpito sulla schiena con una bottiglia di una bevanda e in un'altra occasione con un appendiabiti. «La bottiglia era vuota e la dava in testa a tutti, anche a me, ma per gioco», ha sminuito la mamma dei ragazzi che negli anni successivi ha definitivamente perso la responsabilità genitoriale. «I miei figli non li vedo più senza aver fatto nulla», ha detto. Eppure secondo l'accusa lei avrebbe concorso in quei presunti maltrattamenti familiari su minori.