La relazione, che ora potrà essere visionata anche dai familiari di Simona e dallo stesso indagato, ha confermato che quel giorno la 45enne era lucida quando ha deciso di togliersi la vita: non aveva assunto né psicofarmaci né altre sostanze che potessero offuscarla in qualche modo. Quel pomeriggio di quasi quattro mesi fa, insomma, Simona aveva pianificato tutto. In una tasca del suo giaccone sono state ritrovate anche delle grosse forbici da cucina che però non le sono servite e che nessuno ormai saprà mai a cosa le sarebbero dovute servire. Perché le aveva prese? Questo è un interrogativo al quale gli inquirenti non hanno saputo rispondere.
Nei prossimi giorni i familiari di Simona arriveranno a Teramo. La loro speranza è che l’indagine della Procura non termini con una richiesta di archiviazione. Amprino, ormai, ha lasciato la città. E’ stato trasferito in una sede distaccata a Milano della banca per la quale lavora. Con le due figlie, invece, è tornato a vivere nel suo paese d’origine in provincia di Torino. Le indagini, in questi mesi, si sono svolte ad ampio raggio. Una grande collaborazione, dopo l’iniziale muro di omertà, pare sia arrivata anche da parte di alcuni parenti che avrebbero raccontato il rapporto tra marito e moglie.
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