Pescara, auto in regalo: a giudizio il manager Asl Vincenzo Ciamponi

Pescara, auto in regalo: a giudizio il manager Asl Vincenzo Ciamponi
di Stefano Buda
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Giovedì 23 Giugno 2022, 08:08

Rinviati a giudizio il direttore generale della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi e la cooperativa La Rondine di Lanciano, ultime figure rimaste in ballo nel procedimento sull’appalto da 11 milioni di euro per i servizi psichiatrici extra ospedalieri. Si chiude, dunque, la fase preliminare dell’inchiesta che nell’aprile del 2021 portò in carcere l’ex direttore del dipartimento di Salute mentale, Sabatino Trotta, suicidatosi poche ore dopo l’arresto, Domenico Mattucci e Luigia Dolce, ex presidente ed ex coordinatrice della coop frentana. Ieri mattina, in aula, davanti al gup Giovanni De Rensis, si è svolta la discussione.

Il pm Anna Benigni, titolare del fascicolo insieme al collega Luca Sciarretta, ha tenuto la sua requisitoria, conclusasi con la richiesta di processo per entrambi gli imputati. Successivamente i legali di Ciamponi, Tommaso Marchese e della cooperativa, Sergio Della Rocca, hanno illustrato le ragioni delle difese. L’avvocato Della Rocca ha anche provato a percorrere la strada della messa alla prova, ma la sua richiesta è stata ritenuta inammissibile dal giudice poiché, nel caso in esame, si riferisce ad una persona giuridica.

Successivamente, dopo un’ora e mezza di camera di consiglio, il gup ha comunicato la sua decisione: a giudizio sia Ciamponi, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione, che la coop La Rondine, aggiudicataria della gara. La prima udienza si terrà il 7 dicembre. Le posizioni degli altri indagati erano già state definite in precedenza: Mattucci e Dolce hanno patteggiato la pena, mentre i due componenti della commissione di gara, Antonio D’Incecco e Anna Rita Simoni, sono stati prosciolti. In sostanza, sulla base di quanto ricostruito dalla Procura, Trotta si attivò su più livelli per assicurarsi che La Rondine, ottenendo un punteggio superiore rispetto a quello degli altri offerenti, si aggiudicasse l’appalto.

In cambio ricevette da Mattucci, tramite Dolce, soldi e costosi regali.

Ciamponi, che è indagato anche nella nuova inchiesta condotta dal pm Di Giovanni, è accusato di avere asservito “la funzione pubblica esercitata, per denaro ed altre utilità, agli interessi di Mattucci e Dolce”. In particolare - secondo la Procura - si sarebbe lasciato convincere da Trotta a sottoscrivere il contratto d’appalto nonostante le ex figure di vertice della cooperativa fossero state rinviate a giudizio per turbativa d’asta. Circostanza, quest’ultima, che avrebbe dovuto indurlo ad escludere La Rondine dalla gara. Come ricompensa – è scritto nel capo d’imputazione – Ciamponi “riceveva indebitamente per sé, da Mattucci e Dolce, la somma di 8.000 euro”. Danaro che sarebbe stato “corrisposto in contanti da Mattucci, per il tramite di Dolce, a Trotta, il quale poi lo consegnava a Ciamponi che lo utilizzava, in parte, quale provvista per il pagamento al venditore Enrico Sborgia, tramite assegno, della Fiat 500 dallo stesso acquistata” e regalata al figlio. Quanto alla cooperativa La Rondine, che nel frattempo ha completamente mutato i propri assetti dirigenziali, è chiamata in causa in riferimento alla responsabilità degli enti, disciplinata dal decreto legislativo 231, per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Reato che in questo caso è quello di corruzione, contestato a suo tempo a Mattucci e Dolce.

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