Secondo l'accusa i due (il primo come proprietario di un appartamento con 4 stanze) e il secondo con il ruolo di reperimento, e accompagnatore delle prostitute e trans, avrebbero per molto tempo (dal 2015) trasformato un'abitazione ubicato lungo la Statale 17, nei pressi dell'uscita L'Aquila Ovest, in affittacamere ma solo per lo svolgimento dell'attività di meretricio. Una posizione ritenuta strategica perché a due passi dal terminal pullman nei pressi del Motel Amiternum e dello stesso svincolo autostradale. Le indagini hanno evidenziato come ciascuna prostituta o trans doveva versare ai due anziani la cifra di 50 euro al giorno, 350 a settimana. Una vera e propria fabbrica del sesso tanto che lo stesso Cerasoli riusciva a dirottare le prostitute che non trovavano posto all'Aquila, in un'abitazione di Avezzano, gestita da una maitresse domenicana che è stata denunciata in stato di libertà. Un macchina da guerra per la quale le camere di volta in volta che venivano liberate dalle prostitute venivano subito occupate. Il passaparola tra le stesse prostitute e trans, gli annunci su siti internet e riviste di incontri facevano poi il resto. Sempre secondo le intercettazioni, Cerasoli addirittura provvedeva anche a contattare altre prostitute (con appartamento in via Di Vincenzo, via Francesco Paolo Tosti, nei pressi del negozio Acqua & Sapone dell'Aquila Ovest) per promuovere i prezzi vantaggiosi applicati dal duo. Peccato che in un caso un trans avesse rifiutato l'offerta visto che al propritario dell'appartamento pagava 25 euro al giorno. Infine altro aspetto curioso, quello della conoscenza da parte del Di Carlo dell'inchiesta in corso (gli investigatori gli avevano notificato una proroga delle indagini) e nonostante questo ha continuato tranquillamente a far svolgere nel proprio appartamento l'attività di meretricio.
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