L'Aquila, esplode fabbrica di botti: tre morti e un disperso. Napolitano:«Provo profonda tristezza»

Antonio Morsani
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 18:14

Salta per aria fabbrica di fuochi di artificio in Abruzzo: quattro vittime, secondo il procuratore della repubblica. I soccorritori hanno dapprima ritrovato tra le macerie della fabbrica di fuochi Paolelli un morto carbonizzato. In un secondo momento è stato estratto un secondo cadavere.

È salito a tre poco dopo le 17 il numero delle vittime dell'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio avvenuta a Tagliacozzo (L'Aquila) nella zona San Donato. E' stato recuperato il corpo senza vita di un uomo mentre i soccorritori sono alla ricerca di una persona che risulta ancora dispersa. Da una prima ricostruzione sembra che all'interno della casamatta si trovassero in quel momento sei persone mentre due stavano all'esterno.

Due persone ferite sono state trasportate in elicottero presso l'Ospedale di Avezzano, avrebbero riportato ustioni in diverse parti del corpo e i sanitari stanno ancora valutando le loro condizioni. L'opificio aveva subito due ispezioni di controllo nel 2011 e nel 2013.

A Tagliacozzo, sul luogo dell'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio Paolelli sono arrivati i medici legali della Asl di Avezzano per effettuare la ricognizione cadaverica sui corpi recuperati che sono ancora all'interno dell'edificio distrutto. I medici devono attendere l'ok degli artificieri perchè la zona è ancora da bonificare. Intanto l'ANSA ha appreso l'identità delle due vittime e del disperso: si tratterebbe di Valerio Paolelli, figlio del titolare Sergio rimasto ferito, di Antonio Morsani e di Antonello D'Ambrosio. Sono ricorsi alle cure dei medici dell'ospedale di Avezzano tre feriti, l'algerino Kedhia Sofiane, il catanese Aurelio Chiariello e il napoletano Onofrio Pasquariello.

La famiglia dei proprietari. «Non riusciamo a capire cosa sia successo». È quanto hanno detto i sopravvissuti della fabbrica di fuochi d'artificio a Tagliacozzo, in località San Donato, ai primi soccorritori. Sabrina Paolelli, tra i pianti e i singhiozzi non riesce a darsi una spiegazione di quei minuti terribili. Il padre Sergio, in preda a un vero e autentico choc, continuava a ripetere «Dio mio, Dio mio», gettato in un angolo per terra.

Lo stupore dei sopravvissuti si mischiava con quello dei primi soccorritori tra vicini e conoscenti per i quali l'azienda Paolelli era «assolutamente rigorosa e molto esperta, e con tutte le regole a posto». Al momento non si sa ancora se la fabbrica pirotecnica dei Paolelli fungesse anche da deposito giudiziario, ma al Comune di Tagliacozzo è trapelata la voce che i Paolelli avessero chiesto un aumento della quantità di esplosivo da detenere per alzare la soglia di sicurezza.

Sono state sospese per almeno 24 ore le operazioni dei soccorsi sull'area dell' esplosione della fabbrica Paolelli di San Donato di Tagliacozzo. La sospensione è stata decisa durante il vertice nel Comune di Tagliacozzo per permettere le operazioni di bonifica degli ordigni ancora inesplosi e perchè 24 ore sono il minimo necessario per il decadimento di altri pericoli. I corpi dei due deceduti e del disperso restano ancora quindi tra le macerie.

Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, ha inviato al Sindaco del Comune di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, il seguente messaggio. «Il Presidente della Repubblica ha appreso con profonda tristezza la notizia della drammatica esplosione verificatasi all'interno di una fabbrica di fuochi d'artificio e segue con apprensione le operazioni per il ritrovamento della persona tuttora dispersa».

Il figlio del titolare, che si chiama Sergio Paolelli, non ha saputo dire agli investigatori quanta gente ci fosse nella fabbrica al momento dello scoppio.

I quattro feriti nello scoppio della fabbrica dei fuochi Paolelli a Tagliacozzo e trasportati all'ospedale di Avezzano, presenterebbero tutti ferite tipiche da esplosione e ustioni di vario genere. La massa di calore che si è sviluppata dopo le esplosioni ha provocato anche un incendio nel bosco adiacente alla fabbrica che ora ha un fronte di oltre 500 metri. Sul posto sono presenti anche le guardie forestali per spegnere il rogo che ha già distrutto oltre un ettaro di macchia.

Il sindaco di Tagliacozzo. «Sono stato il primo ad arrivare insieme ai carabinieri, ho visto e sentito il terzo botto sul posto: sembrava un terremoto, seguito da una grossa fumata bianca come quella di una bomba atomica». Così il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, racconta l'esplosione della fabbrica che, conferma, «ha causato per il momento due morti e due o tre dispersi, stiamo ancora verificando». «Ho capito al volo che stava saltando la fabbrica - spiega - Ho preso l'auto, dimenticando perfino il cellulare, e sono andato di corsa sul posto. I Carabinieri, che in linea d'aria sono vicinissimi, mi hanno raggiunto subito dopo».

Per il primo cittadino «questo non è un incidente, la scena è quella di un campo da bombardamento. Non ho parlato per ora con esponenti del Governo o della Regione, ma con la prefettura. Comunque i soccorsi di Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia e Forestale sono stati eccezionali». Quanto ai proprietari della casamatta, «li conosco molto bene, con uno ci ho parlato quattro giorni fa, si lamentava delle buche sulla strada interpoderale che porta al loro stabilimento».

«Un finimondo». Così un testimone che si stava allenando in una palestra a 500 metri dall'esplosione della fabbrica di fuochi Paolelli a Tagliacozzo. Inizialmente due gli scoppi, racconta Lele. «Siamo usciti dalla palestra ed è arrivata la terza esplosione violentissima che ci ha scaraventati a terra». Questa terza esplosione, ha riferito un altro testimone, un medico di base in servizio all'Ospedale di Tagliacozzo, a 2km, Pietro Buzzelli, «ha creato un violento spostamento d'aria».

Tra i dispersi dello scoppio di San Donato ci sono sicuramente alcuni dei titolari dell'opificio, ossia membri della famiglia Paolelli. È quanto confermano le forze dell'ordine presenti sul posto che stanno effettuando un cordone sanitario sull'area.

Al momento nessuno può avvicinarsi all'area perchè sussiste il pericolo di ulteriori esplosioni.

La terra ha tremato per chilometri come raccontano i testimoni che hanno sentito l' esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio Paolelli di Tagliacozzo. Le case hanno tremato al punto che si era pensato a un terremoto. Poi il fungo di fumo ha rivelato a tutti la probabile tragedia di San Donato.

Il forte boato prodotto dall'esplosione principale ha causato danni a vetri e persiane fino a Tagliacozzo, che dista qualche chilometro dal luogo dello scoppio. Le due colonne di fumo che si levano dal luoigo dell'incidente sono il risultato di due esplosioni distinte e quella più distante dall'epicentro è a circa 500 metri, e sarebbe stata provocata dal materiale incandescente prodotto dalla prima esplosione. Sembrerebbe che al momento dello scoppio all'interno della fabbrica ci fosse anche un tecnico di nazionalità straniera.

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