L'Aquila: Cotugno, riparte
la mobilitazione contro i doppi turni pomeridiani

L'Aquila: Cotugno, riparte la mobilitazione contro i doppi turni pomeridiani
di Marianna Galeota
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Venerdì 3 Marzo 2017, 16:58
L'AQUILA - Sono pronti a una nuova mobilitazione gli studenti del liceo Cotugno, da oltre 20 giorni costretti a frequentare le lezioni di pomeriggio all'Iis A. D'Aosta, in attesa del completamento delle verifiche sull'edificio sede della scuola in via Da Vinci. Si chiamerà #stanchidamorire la nuova protesta, sulla linea di quella iniziata subito dopo le scosse dello scorso gennaio con l'hashtag #sicuridamorire. La mobilitazione prenderà il via il 10 marzo, allo scadere dei 30 giorni fissati per le verifiche sulla struttura con un grande corteo. «Sono passati 20 giorni dalla dislocazione del nostro istituto - afferma Andrea Bernardi, rappresentante degli studenti - In questi giorni avrebbero dovuto portare a termine le verifiche previste, elaborando un piano B, ma nulla di tutto ciò è stato fatto. Sembra farsi infatti sempre più chiara la loro intenzione di lasciarci all'Iis, ma noi non siamo disposti a piegare la testa e a subire conseguenze di una classe politica incapace». «È assolutamente arrivato il momento di mobilitarci in maniera massiccia e forte. Non possiamo permetterci di fare assenza ad oltranza, le condizioni non lo consentono». La mobilitazione vedrà anche flashmob in aula e foto degli studenti da far rimbalzare su giornali e social network con l'hashtag #stanchidamorire, «con l'obiettivo di portare nuovamente all'attenzione dell'intero paese la nostra situazione», conclude. 

ANDARE VIA - Un grido di dolore arriva dall'avvocato Stefano Lazzaro, padre di una studentessa del Cotugno. «Sento e vivo ogni giorno, da genitore aquilano le problematiche che affliggono 1200 studenti - afferma - Vedo, però, che il problema non si avvia ad essere risolto. Mi chiedo, ancora, se sia giusto non disporre di scuole nella città che ha gli edifici più sicuri d'Italia. La politica si fa già sui banchi di scuola. Vero. Infatti la politica cittadina è molto presa dalle primarie: se fatte bene, queste, assicurano di poter arrivare al Liceo, che difetta, e quindi delle primarie ci dobbiamo accontentare, nella speranza che crescendo, ci si occupi anche del Liceo». «Alla diffida inviata agli enti sottoscritta da 200 firmatari ha dato riscontro - aggiunge - A me pare assurdo continuare a vivere nel silenzio delle istituzioni e a dover rinuziare ad un diritto di base quale è quello dell'istruzione. Mi pare che il terremoto del 2009 ci abbia insegnato poco. Non resta che andare via. Non resta che iscriverci ad altri Licei, mentre qui i politici litigano per le primarie». 
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