Hacker, un mese per mettere in sicurezza l'ospedale dopo l'attacco

Hacker, un mese per mettere in sicurezza l'ospedale dopo l'attacco
di Stefano Dascoli
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Sabato 6 Maggio 2023, 08:22

Potrebbe volerci anche un mese per ripristinare il sistema informatico dell'Asl dell'Aquila violato da un pesante attacco hacker che ha mandato in tilt le procedure e permesso ai criminali del Web, a differenza di quanto sostenuto dall'azienda, di trafugare dati sensibili per oltre 500 gigabyte tra referti, analisi, cartelle cliniche, esami. Uno di questi, come ha rivelato il consigliere regionale Giorgio Fedele (che ieri ha chiesto nuovamente di fare luce sulla vicenda) è stato pubblicato sul "Deep Web", la porzione di Internet "sommersa" e non indicizzata dai motori di ricerca: un chiaro segnale degli intenti del gruppo criminale che si cela dietro la galassia del "Ransomware Monti", già conosciutissimo per attacchi del genere che hanno lo scopo di chiedere un riscatto in cambio della restituzione delle informazioni.

La Polizia postale indaga contro ignoti per accesso abusivo, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. Difficilissimo risalire alle persone fisiche che hanno condotto l'operazione, nascoste dietro pseudonimi e spesso residenti fuori Europa. Ieri la direzione aziendale ha convocato, di buon mattino, i capi dipartimento per mettere a punto un piano di carattere funzionale che nelle intenzioni dovrebbe consentire di portare avanti l'attività ospedaliera limitando i disagi. Si tratta di una serie di indicazioni che sostanzialmente prevedono il ricorso alla registrazione cartacea di prestazioni e prenotazioni, ma è chiaro che alcuni settori, come il laboratorio analisi e tutta la Diagnostica, avranno maggiori difficoltà.

E ci sono anche attività del tutto bloccate: è il caso dei controlli dermatologi (anche l'ambulatorio melanoma) e delle prenotazioni di prestazioni a sportelli Cup, call center e servizio online.

Al di là dell'aspetto medico e dell'assistenza, a preoccupare sono tutte le ripercussioni legate alla fuga di dati, che apre scenari inquietanti per i pazienti e per i dipendenti. I risvolti della violazione della privacy sono molteplici e potrebbero comprendere anche eventuali richieste di risarcimento danni per la mancata tutela. In ogni caso squadre di esperti in cyber sicurezza sono al lavoro intanto per quantificare il danno e poi per procedere ai backup e alla "bonifica" del sistema prima di un ripristino che si annuncia lungo e complesso. L'azienda continua a tenere una discutibilissima linea di non-comunicazione, preferendo non informare la collettività di ciò che sta accadendo e si sta facendo. Un dato è granitico: il servizio informatico Asl presenta certamente delle carenze numeriche (9 dipendenti in provincia, di cui 3 all'Aquila e responsabile vacante da tempo, a Teramo, tanto per citare un esempio, si parla di numeri doppi) e anche tecniche legate alla sicurezza, come evidenziato già da diverso tempo da alcune relazioni interne che evidenziano la necessità di valutare la sicurezza e l'integrità della Rete.

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