Per terra, in strada, con un bimbo: la foto che indigna e che fa perdere tutti

Per terra, in strada, con un bimbo: la foto che indigna e che fa perdere tutti
di Stefano Dascoli
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Martedì 8 Settembre 2020, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 14:14
L'AQUILA - L’unica cosa certa è che in questa storia sembrano perdere davvero tutti: coloro che predicano l’accoglienza civile e magari si spendono anche per essa; coloro che la criticano, perché la sofferenza umana, volte, davvero sembra superare ogni limite razionale; coloro che polemizzano, perché non si rendono utili alla causa.

La realtà, triste e cruda, è che nel 2020 due donne di colore, ma soprattutto un bambino, possono dormire buttate sull’asfalto, come fossero rifiuti, in abiti sdruciti, senza un minimo di conforto, senza che nessuno muova paglia. Accade, peraltro, in pieno centro, all’Aquila, alla Fontana Luminosa, dove da due mattine si ripete questo scenario dolorosissimo che qualcuno ha immortalato e dato in pasto alla Rete. Ne è emerso un dibattito che spesso e volentieri ha valicato i confini della tollerabilità, scadendo nell’insulto e nella politicizzazione e dimenticando che lì, per terra, c’è un bambino a cui per qualche oscura ragione è stato sottratto persino il diritto a un giaciglio minimamente confortevole per il riposo.

C’è chi addirittura si è spinto a dire che queste due donne avrebbero dovuto trovarsi un posto migliore per accamparsi. L’oggettività della situazione, però, è tale da non poter richiamare valutazioni di nessuna natura se non quella dell’esigenza, primaria, di un intervento concreto.

La città si è letteralmente divisa, in una discussione non sempre produttiva. Francesco De Santis, consigliere della Lega, ha ascritto che «la battaglia contro l’immigrazione clandestina va fatta soprattutto per loro, per impedire a chi vuole venire in Italia di ritrovarsi senza futuro, senza lavoro e senza un tetto per dormire». Emanuela Iorio, consigliere del “Passo Possibile”, ha invocato un intervento urgente: «Le facili demagogie lasciamole alle anime nere».

E c’è anche chi, come Sinistra italiana, ritiene che la foto sia stata fatta circolare ad arte per scatenare «i peggiori rigurgiti razzisti della città»: «Una foto che ci sentiamo di definire come pornografia della sventura», con tanto di richiesta di aprire un fascicolo per individuare l’autore. Prima, però, si ponga fine a questa atrocità. 
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