L'Aquila, ex comandante dei carabinieri
condannato a sei anni per concussione

L'Aquila, ex comandante dei carabinieri condannato a sei anni per concussione
di Marcello Ianni
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Venerdì 30 Giugno 2017, 11:24
L'AQUILA - L'ex comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri dell’Aquila, il colonnello Savino Guarino (trasferito a Roma dopo essere finito sotto inchiesta), secondo i sostituti procuratori Simonetta Ciccarelli e David Mancini, ha vestito i panni di un ufficiale capace con il proprio “atteggiamento autoritario, prepotente” di incutere timore attraverso le vicinanze negli uffici giudiziari, con la possibilità di pilotare le attività investigative o giudiziarie in atto, “arrivando persino a compromettere, - come ha evidenziato Mancini in aula - con le sue rivelazioni, il buon andamento di investigazioni molto delicate”, come quelle che all’epoca si stavano compiendo all’Aquila contro le infiltrazioni della criminalità organizzata in Abruzzo. Il tutto “per scopi personali”. Al termine di un processo molto dibattuto tra le parti il presidente del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, ha condannato alla pena di 6 anni di reclusione, il colonnello Savino Guarino. L’accusa è quella di concussione. Con analoga contestazione è stato condannato alla pena di 5 anni ed 8 mesi di reclusione l’ex city manager del Comune dell’Aquila, Massimiliano Cordeschi. Il solo Guarino è stato condannato anche per un episodio di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale. Entrambi sono stati condannati infine anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La vicenda penale ha ruotato attorno alla parte offesa, Gabriele Valentini (imprenditore edile e chirurgo specializzato in odontostomatologia) e alla sua famiglia (assistita dall’avvocato Marco Femminella del Foro di Chieti) il quale dopo aver allacciato un rapporto di amicizia con il colonnello dei carabinieri e con lo stesso Cordeschi ne sarebbe divenuto una vittima: dagli sbaffeggiamenti fino ad avvertimenti a dir poco inquietanti. Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Stefano Rossi, Antonio Milo e Federica Salemi. 
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