L'Aquila, Mattarella benedice la riapertura delle Anime Sante: mille palloncini neroverdi al cielo

L'Aquila, Mattarella benedice la riapertura delle Anime Sante: mille palloncini neroverdi al cielo
di Stefano Dascoli
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Giovedì 6 Dicembre 2018, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 15:31
L'AQUILA - Una grande emozione. I mille bambini festanti, i palloncini nero-verdi levati verso il cielo squarciato da un raggio di sole che, guarda caso, illumina proprio il percorso che conduce al portale. Una piazza Duomo viva, entusiasta, ha accolto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata che ha segnato la riapertura della chiesa delle Anime Sante, simbolo della resilienza aquilana nelle grandi catastrofi: fu devastata nel 1703 dal terremoto e ricostruita. Come oggi, a nove anni e oltre dal sisma del 2009. Un segno di coesione e fratellanza: il restauro è frutto della collaborazione tecnica e finanziaria con il governo francese, rappresentato da Nathalie Loiseau, ministro agli Affari Europei. 

Sergio Mattarella ha prima voluto visitare il Duomo (nella foto), ancora drammaticamente fermo al 2009, e poi ha varcato la soglia della chiesa del Suffragio per ammirarne il restauro. Il lavoro più imponente ha riguardato la cupola completamente crollata per il sisma. Cupola che mantiene quella che i restauratori chiamano 'la cicatricè è stato spiegato, che ricorda ciò che è successo. Dopo l'inno francese e italiano, il presidente Mattarella si è soffermato nella cappella della memoria dinanzi alla pietra dove sono incisi i nomi delle vittime del sisma e poi ha sfogliato il libro che contiene le foto delle vittime, come segno di forte vicinanza da parte del Capo dello Stato, che è poi ripartito. All'apertura del portone della Chiesa i circa mille bambini hanno lanciato in aria i palloncini neroverdi, colori della città e simbolo di dolore e di speranza.

«L'ho visto commosso, partecipe. Mi ha detto di ammirare il lavoro fatto dentro la chiesa» ha detto Gianni Letta. Anche il sottosegretario ai Beni Culturali, Gianluca Vacca, ha riferito che il Capo dello stato «si è molto concentrato sui lavori della cupola ammirando la scelta di rendere visibile la ferita, segno del passaggio tra prima e dopo il sisma». 
 
 

IL SENSO - «Il messaggio, che oggi si innalza da questa piazza, è destinato a superare i confini della nostra città e testimonia che solo la fratellanza tra le nazioni consente di vincere le sfide, spesso drammatiche, che attraversano la nostra storia e apre, per il futuro, vie sicure di solidarietà, di giustizia e di pace» ha detto il cardinale, Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell'Aquila, prima della riapertura della Chiesa. «Siamo partecipi di un evento importante - ha aggiunto - che rimarrà scritto a caratteri indelebili negli annali dell'Aquila. Zone della città devastate e occupatè dallo spettro del terremoto, con il suo potere di morte, sono state liberate e restituite alla vita. Così è stato dato "scacco matto" al terribile sisma, che si è abbattuto su L'Aquila nel 2009: non solo ricostruendo dove ha prodotto rovine, ma traendo vantaggio proprio dai danni che esso ha arrecato. In tale dimensione l'inaugurazione di questa chiesa, diventata simbolo del terremoto, supera il semplice perimetro del recupero edilizio e rende l'evento segno profetico di una vittoria sulla furia distruttiva del sisma, aprendo importanti varchi di speranza nel futuro della città e nel suo sistema architettonico-urbanistico. Ecco perché questa chiesa è un monumento alla tenacia e all'amore che sa risorgere: più forte di ogni spinta angosciante e disgregativa». «Purtroppo - ricorda il cardinale - il pensiero non può non andare alla cattedrale di san Massimo. Nonostante l'apprezzabile volontà di riscatto architettonico, espressa da vari soggetti pubblici, si vede - con dolore - che la ricostruzione del Duomo non è ancora partita. Tuttavia, recenti segnalazioni hanno alimentato l'attesa che i progetti di restauro vengano rapidamente messi in opera». «Anche a nome della Comunità ecclesiale aquilana - ha concluso - mi si consenta di esprimere una speciale riconoscenza agli amici francesi che con sollecitudine generosa hanno contribuito alla riapertura di questo edificio sacro».

IL GEMELLAGGIO - «Italia e Francia nazioni sorelle la cui vicinanza si misura con una forza d'animo così particolare che ci porta a costruire insieme, consapevoli che senza l'altro non potremo andare lontano. E la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria del Suffragio è il più bel simbolo della nostra amicizia» ha detto la ministra francese degli Affari Europei, Nathalie Loiseau, intervenendo, dinanzi al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia. 



IL SINDACO-  «Il terremoto ha fatto scempio di vita e di memoria, ci ha insegnato la precarietà, ha messo a dura prova il tessuto economico ma, oggi, al centro, una vitalità inaspettata. I bambini qui non sono più figli del terremoto ma rappresentano la speranza». Così il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, con commozione, nel suo discorso. «L'Aquila fu colpita al cuore con 309 vittime e, tra principali monumenti simbolo della tragedia c'è Santa Maria del Suffragio. Distruzione - ha detto Biondi - ma anche rinascita. Una terra che non vuole più piangere. Questi sono i figli di chi qui vuole crescere. E, oggi, andiamo a scrivere una delle più belle pagine di solidarietà a livello internazionale», parlando del governo francese. «Per ogni pezzo che torna al suo posto c'è una finestra accesa, e ancora speranza», ha concluso il sindaco dell'Aquila riferendosi ai lavori previsti per altri palazzi della città.
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