Anziana legata al letto, gli indagati: «Ha l'Alzheimer, non volevamo che si facesse male»

Anziana legata al letto, gli indagati: «Ha l'Alzheimer, non volevamo che si facesse male»
di Daniela Cesarii
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 08:32

Vicenda dell'anziana legata al letto a Ortona, l'avvocato difensore degli accusati, Rocco Giancristofaro, replica: «La donna, che era malata di Alzheimer, era assicurata al letto solo quando rimaneva da sola per evitare che potesse fare del male a sé stessa e agli altri come era già capitato in passato».

Sarebbe proprio la malattia, tipica delle persone più anziane, a provocarle momenti di scarsa lucidità. In passato infatti in questi momenti di crisi aveva lanciato oggetti dal balcone e si era anche fatta male rompendosi il femore. A finire sotto accusa dopo un'incursione a casa da parte dei Carabinieri della Compagnia di Ortona sono stati la nuora della donna di 53 anni, casalinga e il figlio pensionato di 59 anni che si occupavano della donna. I carabinieri, che sono intervenuti dopo una segnalazione, hanno trovato la donna con le caviglie e un polso stretti da un ferro attaccato al muro e chiuso con un lucchetto.

«Nel momento in cui i Carabinieri sono entrati in casa- precisa ancora l'avvocato - la signora aveva assicurato la donna al letto perché doveva stendere il bucato e la casa era a soqquadro proprio perché precedentemente l'anziana aveva avuto una crisi violenta».

L'anziana viveva con i parenti consumando i pasti con loro e dormiva nel piano superiore della casa dove a turno i due parenti si occupavano di lei. Era la stessa donna a chiedere di andare in mansarda per vedere i suoi programmi tv preferiti. L'anziana, trovata in buone condizioni di salute, non è in pericolo di morte ed è ancora ricoverata all'ospedale Bernabeo. La nuora è, invece, al momento, agli arresti domiciliari, mentre il figlio è solo indagato. Per entrambi l'accusa è di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. La mansarda è stata sequestrata. Ieri mattina si è tenuto l'interrogatorio di convalida dinanzi al Gip del tribunale di Chieti, Luca De Ninis. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca.

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