Lo hanno trovato con quindici esemplari di anguilla vivi, pronti per finire in tavola, molto probabilmente senza passare per la pescheria e, di conseguenza, bypassando ogni normativa di sicurezza alimentare per i consumatori. Un cinquantenne pescarese di origini straniere è stato denunciato nel corso di un'operazione compiuta dal nucleo Cites del gruppo carabinieri forestale di Pescara, con la partecipazione delle guardie ittiche dell'associazione Guardia civile ambientale, nominate per l'occasione ausiliarie di polizia giudiziaria.
Le anguille sono una specie ittica inclusa nell'allegato B della Convenzione di Washington perché a rischio estinzione, con una popolazione naturale in declino anche in Italia. Durante le feste natalizie sono un prodotto di consumo tradizionale e, per questa ragione, i carabinieri forestali hanno intensificato l'attività di contrasto al bracconaggio. Così, nel corso di alcuni appostamenti lungo il fiume Pescara, hanno scoperto alcune nasse per la cattura di anguille, che qualcuno aveva posizionato proprio lungo il tratto di corso d'acqua che attraversa la città, sul lungofiume dei Poeti.
Le nasse erano state collocate lungo la sponda sinistra, più o meno a seicento metri di distanza l'una dall'altra. L'appostamento ha dato i suoi frutti quando, in sella a una bicicletta, un uomo è arrivato in zona e ha iniziato a controllare le nasse: le sollevava, verificava se all'interno ci fossero anguille, prelevava i pesci contenuti e le ricollocava in acqua.
Al cinquantenne denunciato sono stati contestati anche alcuni illeciti amministrativi per violazione della Legge Regionale vigente in Abruzzo in materia di pesca nelle acque interne. «L'indagato - ha dichiarato il comandante del gruppo carabinieri forestale di Pescara, colonnello Gianfranco D'Amato - oltre alle sanzioni amministrative comminate, rischia l'ammenda da ventimila a duecentomila euro o l'arresto da sei mesi ad un anno per aver catturato degli esemplari naturali di una specie a rischio di estinzione». Il contrasto al bracconaggio e alla pesca di frodo tutela anche la sicurezza alimentare dei consumatori: spesso gli animali catturati vengono venduti sul mercato parallelo, senza essere sottoposti ad alcun controllo.