Terrore sul volo Olbia-Roma, passeggero racconta: «Quei 20 minuti nella cabina invasa dal fumo, pensavamo tutti di morire»

L’imprenditoria Andrea Ciofani
2 Minuti di Lettura
Domenica 19 Gennaio 2020, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 12:56
«Sono stati venti minuti di terrore, interminabili, c'era fumo tutt'intorno, le gente gridava, un bambino si è sentito male, eravamo al buio, l'aereo perdeva quota, viaggiava con un motore, eravamo in cento e tutti a bordo pensavamo di morire, è stata un'esperienza agghiacciante, io ho mandato un messaggio col telefonino a mia moglie Arianna pensando che non l'avrei più rivista e riabbracciata». 

Atterraggio d'emergenza per il volo Olbia-Roma: fumo in cabina dopo il decollo, malore per un bimbo
Aeroporto di Olbia chiuderà per lavori sulla pista


Sono le parole dell'imprenditore marsicano Andrea Ciofani, 35 anni di Cerchio, in Abruzzo, che venerdì sera stava tornando a casa dopo un viaggio di lavoro in Sardegna. Ha visto la morte in faccia, toccato la paura di perdere tutto. «Solo ora ho capito quali sono le cose importanti e che tante stupidaggini vanno lasciate indietro - dice dalla sua casa di Cerchio - ho detto grazie a Dio per avermi salvato, l'altra sera nessuno di noi sul volo Olbia-Roma di Air Italy pensava di uscirne vivo».



Andrea Ciofani racconta che «l'odore di bruciato si sentiva già a terra, poco prima che l'aereo partisse per Roma, un odore strano di cherosene e plastica bruciata, ci hanno fatto comunque salire, e alle 19,50 di venerdì  siamo partirti,  ma in fase di decollo la cabina si è riempita  di fumo denso». I passeggeri sono stati assaliti dalla paura. «La gente urlava, “moriamo tutti, o cadiamo o per le esalazioni”, le mascherine non sono scese, il personale di bordo ci ha detto di assumere una posizione di sicurezza, accovacciarci e mettere fazzoletti bagnati in bocca e così abbiamo fatto. Eravamo tutti terrorizzati, un bambino di 8 anni è svenuto e ha perso sangue dal naso, una donna è stata colta dal panico. Poi dopo venti minuti, che per me sono stati una vita, ci hanno detto che ci stavamo preparando per un atterraggio di emergenza e siamo tornati ad Olbia».

«Se ho fatto un video? Macché, un passeggero ha detto: e perché lo facciamo tanto non lo vedrà nessuno». Quando sono tornati a Olbia, i passeggeri sono stati assistiti e curati («ma nessuno ci ha offerto cibo, siamo stati a digiuno») e con un altro aereo tre ore dopo sono ripartiti per casa. «La mia vita d'ora in avanti sarà diversa - dice l'imprenditore abruzzese - ne ho capito il senso vero, tutte le cose superficiali ormai le tralascio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA