Covid, addio a un grande atleta: se ne va Sandro D'Alberto

Sandro D'Alberto
di Paolo Sinibaldi
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 09:39

È una giornata molto triste per l'atletica abruzzese. Dopo alcune settimane di ricovero per problemi di salute ha lasciato la vita terrena il grande Alessandro D'Alberto, all'età di 64 anni, situazione peraltro aggravata a causa del Covid.
Sandro è stato un eccezionale atleta del lancio del martello, tra i più forti d'Italia per un lunghissimo periodo.
Insieme a Adamo Scurti - oggi presidente della Commissione sport del Comune di Pescara - ha scritto pagine importanti nel settore lanci, Adamo pesista e Sandro martellista.
Il mondo dell'atletica lo ha celebrato con svariati messaggi di cordoglio. Scurti: "Che il transito ti sia lieve, e l'eternità amica. Ciao Alessandro". Il presidente del Coni Abruzzo, Enzo Imbastaro, tecnico di atletica leggera: "Non ho parole per spiegare l'aria di commozione che oggi si respirava allo stadio, quando siamo venuti a conoscenza della terribile notizia". Carlo Creati, tecnico di atletica leggera: "Un caro amico, grande, indimenticabile, solare specialista biancoazzurro di lancio del martello con curriculum nazionale prestigioso per diversi podii ai campionati italiani Allievi e Juniores a cavallo degli anni 70/80". Ruggero Visini, anche lui tecnico di atletica: "Sei stato un grande atleta,hai vinto tante gare e tante partite .Hai interpretato lo sport da vero sportivo. Hai lasciato un grande vuoto nel mondo sportivo pescarese".
Ma Sandro D'Alberto ha praticato anche la pallamano, fino a età sportivamente avanzata.
Lo piangono in tanti, sia per la sue indubbie abilità atletiche sia per la sua capacità di fare gruppo e rendere lo sport innanzitutto amicizia.
Il mondo dell'handball lo ha ugualmente ricordato. Enio Remigio, dirigente di Città Sant'Angelo: "Sei stato un campione dentro e fuori del campo. Sempre pronto a porgere la mano. Quante sfide tra Città Sant'Angelo e Pescara, mai una lite, mai un dissidio e quando ci vedevano una gioia infinita. Non è giusto". Dino Nebuloso, dirigente di Pescara: "Una roccia, un lottatore, un atleta indomito. Quante battaglie, viaggi, trasferte, partite, tornei, serate che abbiamo condiviso: uno dei miei fratelli della pallamano che è andato via, un pezzo di cuore che mi si è stracciato".
 

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