Acqua fredda e niente attività ricreative, protestano i detenuti di Castrogno

Acqua fredda e niente attività ricreative, protestano i detenuti di Castrogno
di Matteo Bianchini
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Giovedì 28 Marzo 2019, 08:38
In carcere senza acqua calda nè attività ricreative, i detenuti del carcere di Castrogno (Teramo) scrivono al magistrato di sorveglianza di Pescara. O meglio, rendono pubblica una missiva datata 3 settembre 2018 e indirizzata per conoscenza anche al comandante del casa circondariale teramana, al provveditorato Lazio Abruzzo, al Dipartimento Centrale di Polizia penitenziaria, al Tribunale di sorveglianza de L’Aquila e al Garante nazionale dei detenuti. «La situazione descritta dai carcerati è a dir poco drammatica, a partire dalle dimensioni invivibili delle celle, con sicura violazione dell’art. 3 Cedu» le parole dell'avvocato Vincenzo Di Nanna di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzo, il quale ha diffuso una lettera-denuncia di diversi mesi fa rimasta priva di concreto riscontro.

La missiva era stata firmata da tutti i detenuti della sezione “Alta sicurezza” del carcere di Teramo e, fra gli elementi di maggior sofferenza i carcerati denunciano, oltre alla mancanza di acqua calda, i vari disagi prodotti da allagamenti con rischio di cadute e infezioni. I detenuti lamentano, inoltre, l'assenza di attività rieducative e ricreative, oltre all'illuminazione insufficiente. «Se si considera infine la mancanza della possibilità di svolgere un lavoro dignitoso, è facile comprendere cosa li spinga ad affermare di essere stati totalmente abbandonati - conclude l'avvocato -. Una situazione grave e inaccettabile, che pone ancora una volta in luce l'urgenza e necessità d'eleggere in Abruzzo il Garante dei detenuti: è incredibile dover sottolineare come la legge istitutiva, entrata in vigore quasi otto anni fa, non abbia ancora ricevuto applicazione. Il nuovo Consiglio Regionale intende finalmente provvedere o preferisce stare a guardare mentre le condizioni delle carceri degenerano ulteriormente?».
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