La trans salì poi su un autobus, diretta a casa, a Montesilvano dove risiedeva, ma le sue condizioni fisiche fecero scattare l’allarme e poco dopo venne raggiunta da un’ambulanza che la portò in ospedale e da una pattuglia dei carabinieri raccontando l’accaduto. O.E., inoltre, deve rispondere, in concorso con altre due persone, di aver ceduto poco più di un grammo e mezzo di cocaina. Un altro indagato, inoltre, deve rispondere di favoreggiamento: partecipò al festino e, sempre secondo l’accusa, subito dopo i fatti aiutò O.E. a cancellare le tracce del reato e lo ospitò nella propria abitazione dove gli diede abiti puliti al posto di quelli macchiati di sangue che il dentista aveva addosso, consentendogli di nascondere sia gli abiti che il coltello.
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