Autostrada, in fila sotto il sole con 4 figli e moglie incinta: «Nessuno ci ha portato neanche un po' d'acqua»

Tentato suicidio in A14, in fila sotto il sole in A14 con 4 figli e moglie incinta, «nessuno ci ha portato un po' d'acqua» (FOTOMAX)
di Rosalba Emiliozzi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Agosto 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 10:09

«Bloccati cinque ore sotto il sole, senza acqua né cibo, con i bambini che dicevano solo “sete, sete, papà” e mia moglie incinta di sei mesi che ha iniziato a sentirsi male, aveva la tachicardia, stava per svenire, non sapevo più cosa fare. Fortuna il climatizzatore che le ha dato un po’ di sollievo». A raccontare le cinque ore di inferno sulla lingua d’asfalto bollente dell’A14, da Pescara fino a Teramo, è Rubino Gabrieli, 39 anni, liutaio di Brassanone, in vacanza in Abruzzo a Pollutri, provincia di Chieti.



«Due settimane bellissime a casa dei suoceri, veniamo ogni anno» racconta Gabrieli. Un soggiorno davanti alla fornacella a cuocere arrosticini e serate con i parenti abruzzesi. Sabato mattina Rubino Gabrieli, con la moglie Viola Moretti, i quattro figli di 2, 6, 11, e 14 anni, un quinto in arrivo, sono pariti per l’Alto Agide e sono rimasti bloccati sull’A14 a causa del tentato suicidio di un ragazzo di 27 anni, che voleva gettarsi dal ponte Cerrano.
 

 

Sono stati gli automobilisti, che l’hanno visto arrampicato sul parapetto, a chiamare i soccorsi. L’autostrada è stata bloccata e la famiglia, come altre centinaia di persone, è rimasta intrappolata nella coda di otto chilometri, sotto il sole cocente, picco massimo sabato 35 gradi, temperatura percepita oltre 40.

«Assurdo lasciarci senza aiuto in autostrada, ho visto persone uscire alla auto barcollanti alla ricerca di un po’ d’ombra, anziani disidratati, i miei bambini erano sfiniti, mia moglie molto provata e nessuno della protezione civile o della Provincia è arrivato con un po’ di acqua e cibo, nessuno. Passavano i carri attrezzi, le auto della polizia che ci dicevano di fare spazio ma nelle nostre sorti non si è interessato nessuno. Siamo stati abbandonati sotto il sole fino alle 15, una cosa incredibile» racconta il liutaio.



Il ragazzo è stato salvato appena in tempo alla Polizia dopo un intervento durato dalle 9,15 alle 13,15. Intanto la fila di auto era diventata mostruosa e per smaltire tutto quel traffico incolonnato sotto il sole d’agosto c’è voluto fino alle 16. «Prima di poterci rifocillare abbiamo dovuto passare diversi autogrill perché erano tutti strapieni - racconta Gabrieli - e lì abbiamo incontrato Brumotti, l’unica cosa positiva di questo viaggio infernale». La famiglia ha posato per un selfie, sorrisi tirati. «Sono anni che veniamo in Abruzzo ed è la prima volta che ci succede una cosa del genere» dice tra rabbia e incredulità Gabrieli che nei suoi spostamenti porta sempre i suoi violini e ha tra i suoi clienti la violinista  Lela Yokoyama, che a  Cremona ha suonato sul tetto dell'ospedale durante l'emergenza Covid-19, e il jazzista gipsy Torino Reinhardt.
La famiglia Gabrieli è arrivata a casa, in Alto Adige, all’una e 15 di notte, era partita alle 9,40. Più di 15 ore di viaggio da dimenticare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA