Abruzzo, piano degli ospedali: è già scontro nella maggioranza

L'ospedale di Chieti
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Lunedì 25 Marzo 2019, 09:14
In attesa di ottenere il via libera dai Ministeri per prorogare di novanta giorni la presentazione del piano sulla nuova rete ospedaliera dell'Abruzzo, quella dell’emergenza-urgenza e quella tempo-dipendente, sul tema sanità la nuova giunta regionale si è già calata in pieno. E’ ovvio che sarà necessario entrare nel merito delle questioni, ma l’assessore al ramo, Nicoletta Verì, nel corso dell’ultimo tavolo di maggioranza ha messo sul tavolo una proposta operativa di riorganizzazione della governance: «Si è ipotizzata – ha detto - la possibilità di migliorare la capacità assistenziale e gestionale del sistema sanitario regionale dividendo le aziende in due ospedaliere (L’Aquila e Chieti, ndr) e due territoriali (Teramo e Pescara, ndr)». Il discrimine sarebbe quello della presenza dell’Università nel capoluogo regionale e a Chieti. In realtà l’idea, almeno in quel vertice, non ha acceso grandi entusiasmi – pochi esponenti dell’esecutivo sono già rodati sul tema – e, c’è da giurarci, produrrà resistenze a Pescara e Teramo perché la presenza degli Atenei conferisce certamente maggiore sostanza ai servizi. In ogni caso la proposta andrà costruita e corroborata da una strategia più complessiva prima di poter aprire un confronto.

Prima ancora che potesse prendere corpo, l’ipotesi di riorganizzazione delle Asl regionali, paventata nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza in Regione e anticipata dal Messaggero, subisce un autorevole stop. E’ il presidente dell’assise, Lorenzo Sospiri, a dire a chiare lettere che per l’ospedale civile di Pescara Santo Spirito «non ci sarà alcuna mortificazione né declassamento: la Regione Abruzzo istituirà il Dea di II livello per Pescara e Chieti, dunque le due strutture di riferimento per gli interventi tempo-dipendenti, ovvero per le emergenze che richiedono interventi d’urgenza. La strada è già tracciata, non ci saranno ripensamenti, va solo ultimata la definizione dei contorni».

L’ipotesi emersa in maggioranza è quella di riorganizzare la Asl in due ospedaliere-universitarie (L’Aquila e Chieti) e in due territoriali (Teramo e Pescara). «Pensare che il nosocomio di Pescara possa diventare una “Azienda territoriale” – dice Sospiri - significa che dovrebbe esserci un presidente del consiglio disposto a portare in aula una delibera per il demansionamento dell’ospedale del capoluogo adriatico e mi pare evidente che questo, per quanto mi riguarda, non avverrà mai, parliamo di una proposta irricevibile. Archiviata la vicenda terminologica, mi sembra altrettanto evidente che, dopo i danni fatti dalla giunta D’Alfonso, il capitolo inerente la riorganizzazione della rete ospedaliera meriti la massima attenzione della nuova giunta regionale e del presidente Marsilio. È chiaro che Pescara è un centro nevralgico di riferimento per tutte le patologie tempo-dipendenti, con l’unità coronarica, la stroke unit, il polo neurochirurgico e la rianimazione, una struttura dove, come a Chieti, va istituito il Dea di II livello ed è questa la strada che andremo a seguire». Proprio sul Dea Chieti-Pescara c’è un’altra polemica. «Se emerge la posizione campanilistica – dice Luigi Febo del Pd - di volere a tutti i costi concentrare su Pescara spogliando Chieti di un’eccellenza di Cardiochirurgia troverà la nostra ferma opposizione a questa scelta scellerata». Secca la replica dell’assessore Mauro Febbo: «Il Pd farebbe bene a tacere dopo cinque anni di malgoverno. Come mai non abbiano sentito dichiarazioni del Partito Democratico e nemmeno una parola quando la città veniva spogliata di uffici, ruoli e funzioni? Questo Governo regionale in questi anni lavorerà per restituire dignità alla città di Chieti e alla sua provincia».
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