L'Abruzzo in orbita, sul satellite Prisma le tecnologie del Fucino

L'Abruzzo in orbita, sul satellite Prisma le tecnologie del Fucino
di Monica Di Pillo
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Sabato 23 Marzo 2019, 09:23
L’Abruzzo finalmente in orbita. A due ore dopo il lancio, alle 4.48 italiane, il primo segnale dal satellite Prisma, dal cuore abruzzese, è stato acquisito dalla sala controllo Leop, Launch and Early Orbit phase, del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, azienda controllata da Leonardo. Da qui ora sono gestite le attività di messa in orbita e di test del satellite, che sarà pienamente operativo dalla metà del prossimo mese di giugno. Dalla sua orbita, a circa 615 chilometri di quota, Prisma, PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa, guarderà la Terra su scala globale con occhi diversi essendo dotato di una innovativa strumentazione elettro-ottica. Il satellite italiano osserverà infatti il pianeta con lo strumento iperspettrale operativo più potente al mondo, realizzato da Leonardo, con lenti che provengono dal laboratorio del Fucino.

Prisma è un progetto italiano che rappresenta un’eccellenza a livello globale, mettendo in luce le capacità del nostro Paese di fornire un sistema spaziale chiavi in mano, dalla progettazione alla realizzazione, dal lancio alla gestione dei dati a terra. Prisma è stato realizzato da un Rti, Raggruppamento Temporaneo di Imprese, guidato da OHB Italia, che ha costruito il satellite ed è responsabile della missione, e Leonardo, che ha realizzato l’innovativa strumentazione elettro-ottica iperspettrale che rappresenta il cuore del programma. Alla costruzione del satellite hanno contribuito Piemonte, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Lazio. A definire ancor meglio il profilo nazionale è il lancio che avverrà con il vettore europeo VEGA prodotto da AVIO a Colleferro, vicino a Roma.

Il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio al Fucino mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro Spaziale di Matera. Le principali applicazioni di Prisma sono il monitoraggio dei cambiamenti ambientali a livello globale, il supporto alla gestione delle risorse naturali, il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, terrestre e marittimo, l’agricoltura e la verifica dello stato di salute di suoli e piantagioni, l’individuazione delle aree boschive più secche e a rischio incendio, il monitoraggio delle aree edificate, dei beni culturali e delle risorse idriche, sia dal punto visita della disponibilità che della qualità dell’acqua, e la gestione delle calamità naturali.
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