Covid, balzo dei ricoveri: l'Abruzzo verso la zona arancione

Covid, balzo dei ricoveri: l'Abruzzo verso la zona arancione
di Alessia Centi Pizzutilli
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 08:45

L'effetto delle feste natalizie inizia a pesare sul bollettino dei casi Covid in Abruzzo, dove ieri si sono registrati quasi cinquemila nuovi positivi e nel secondo giorno di zona gialla si assiste a un rapido peggioramento degli indicatori. Aumentano ancora i ricoveri e il tasso di occupazione dei posti letto schizza al 18% per le terapie intensive (+4%) e sale al 26% (+1%) per l'area non critica, a fronte di soglie da zona arancione rispettivamente del 20 e del 30%. L'incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti arriva a 2.275 (soglia limite 150).

In questo scenario, ha assunto un peso importante la diffusione della variante Omicron. In particolare la provincia di Chieti è prima in Italia per tempi di raddoppio, come conferma il matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio nazionale delle ricerche; i casi sono aumentati in modo esponenziale con valori più bassi dei tempi di raddoppio (in giorni): Chieti (1,3), Pescara (2,9), L'Aquila (3,6), Teramo (3,8). La nuova mutazione si è diffusa in poco tempo ed «è destinata a diventare dominate anche in Abruzzo», come conferma il professor Liborio Stuppia, direttore del laboratorio di Genetica molecolare-Test Covid dell'università di Chieti. «Abbiamo quasi superato l'80% di casi Omicron, tutte le sospette si sono rivelate Omicron, eravamo preoccupati perché ci sono due tipologie della nuova variante, ma grazie ai sequenziamenti possiamo dire con certezza che ad oggi abbiamo un solo tipo di Omicron sul territorio: la variante più simile all'Alfa».


Il professore, poi, spiega che lo scenario è cambiato rispetto al passato: «Quanto è arrivata l'Alfa non avevamo i vaccini: si giocava Cina-Inghilterra ma senza protezione e la prevalenza era assoluta, poi si è giocata India-Inghilterra e la variante inglese stava andando scomparendo per via della stagione estiva e delle prime vaccinazioni.

Oggi la partita è diversa, perché la Omicron buca i vaccinati - aggiunge -. Chiaramente non si parla di vaccinati in generale: bisognerebbe verificare da quanto tempo una persona è vaccinata, se ha patologie, l'età e che tipo di risposta ha avuto dal vaccino. Il dosaggio degli anticorpi è importante per riuscire a capire quando buca Omicron e perché».

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