Mentre il governo è al lavoro sulle nuove restrizioni da introdurre durante il periodo delle feste, che verranno discusse in occasione della cabina di regia convocata per domani, in Abruzzo continuano ad aumentare i sospetti casi Omicron. «Ad oggi il 15% dei nuovi campioni positivi sequenziati sono Omicron», dichiara il professor Liborio Stuppia, direttore dei laboratori di Genetica molecolare-Test Covid dell'università di Chieti, dove è stato isolato il primo caso della variante in Abruzzo.
Intanto il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva sale ancora e supera la soglia limite del 10%, così come quello relativo all'area non critica (10%), a fronte di valori limite rispettivamente del 10 e del 15%. L'incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti arriva a 195 (soglia limite 50). Se per la zona gialla tutti e tre i parametri devono superare i livelli limite, al momento solo quello relativo ai ricoveri in area non critica è ancora compatibile con la zona bianca. I numeri, seppur in peggioramento, confermano l'efficacia della campagna vaccinale. L'ultima volta che l'incidenza del contagio era a valori analoghi a quelli odierni, il dato sui ricoveri era tra le quattro e le cinque volte superiore rispetto a quello attuale.
I nuovi casi tornano a superare quota duecento. Inoltre, con i cluster registrati in diverse scuole abruzzesi e lo spettro della Omicron, il lavoro nei laboratori di Chieti ha subito una crescita esponenziale, al limite della forza della struttura universitaria stessa. A lanciare l'allarme è proprio il direttore: «Siamo andati oltre ogni limite sopportabile. È inutile che ci continuano a sommergere di tamponi, esiste un limite in termini di quantità di campioni da analizzare quotidianamente», spiega Stuppia, che ieri mattina ha partecipato a un incontro in Regione per informare anche i vertici istituzionali della problematica. «Abbiamo spiegato che è inutile fare simulazioni di aumenti a tremila tamponi al giorno, noi faremo ciò che possiamo fare ma poi ci si deve rendere conto quando si va fuori scala - aggiunge - Sequenziamo 300 tamponi al giorno solo per le scuole e questo si traduce in oltre 3 ore al giorno in più di lavoro».
«Noi siamo università che sta dando una mano al territorio, non siamo tenuti a fare le analisi, abbiamo anche il nostro lavoro: abbiamo la didattica e la ricerca, non ci si può chiedere ancora di più.