Lo studio partirà proprio dalla provincia di Teramo. «Il progetto – spiega il professor Serafini – si propone di studiare le caratteristiche metaboliche, immunitarie e genetiche, ma anche le abitudini alimentari e la valenza funzionale delle ricette della tradizione raccontate dai nonagenari e centenari abruzzesi». Tra i segreti di lunga vita ci sarebbe anche il cosiddetto sdijuno, il primo pasto abbondante della giornata che seguiva al pasto frugale della sera e una colazione minima, garantendo all’organismo un periodo di digiuno di circa 14-16 ore. Un’abitudine, tutta abruzzese, che, però, risulta in linea con le ricerche più recenti, ad esempio quelle diventate famose in tutto il mondo del professor Walter Longo, e che hanno evidenziato l’importanza di concentrare i pasti della giornata e soprattutto di limitare l’apporto calorico la sera, quando il metabolismo, seguendo i ritmi cicardiani, rallenta.
Lo studio si dividerà in più fasi: la prima sarà mappativa, poi si svilupperà un database per capire quali sono gli elementi che contribuiscono alla longevità, poi si svilupperanno delle linee guida relative alla dieta che potranno essere utilizzate come modelli per aspirare ad una maggiore longevità e una biobanca con le informazioni relative al genoma e al metabolismo dei centenari abruzzesi. L’Unite mira anche a raccogliere fondi, magari da investitori locali ed esteri, per ampliare il progetto e sperimentare le linee guida anche su un campione di popolazione “a rischio”, per verificare se il cambio di dieta contribuisce realmente ad allungare la vita. Valentina Procopio
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