A Francesco Barone il Premio Internazionale “La città della Rosa”

Francesco Barone
di Sabrina Giangrande
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 19:03

L’AQUILA E’ emozionato come un bambino per essere stato insignito dell’importante e prestigioso premio internazionale “La città della Rosa” , ma chi ha avuto modo di conoscerlo sa che la sua gioia ha un significato ben diverso. Il docente dell’Università dell’Aquila, Francesco Barone, attraverso le sue missioni umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo, per sostenere e aiutare i bambini che vivono in situazioni di estrema vulnerabilità, nel ricevere l’importante e meritato riconoscimento, avrà sicuramente rivolto il suo pensiero ai più deboli.


Vent’anni della sua esistenza donati senza parsimonia ai poveri, agli indifesi, ai dimenticati, alle vittime di violenza, così come farebbe un buon padre di famiglia che si toglie il pane di bocca per donarlo ai propri figli.
Va ricordato inoltre che, per il suo impegno, ha ricevuto nella città di Bukavui l’incarico di portavoce di Denis Mukwege, premio Nobel per la pace 2018, con lo scopo di diffondere il documento di denuncia che riguarda le atrocità di cui sono vittime gli abitanti del Congo.


Il premio internazionale di arte letteraria “La città della rosa” edizione 2020, patrocinato dal Comune di Aulla e dalla Regione Toscana, è stato conferito a chi da diversi anni è impegnato nella diffusione dei valori della pace e dei diritti umani, oltre che nell’attuazione di opere incentrate alla difesa delle donne vittime di violenza e dei bambini sfruttati.


Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali: “Storia di un viaggio con l’Africa nel cuore” in cui descrive gli incontri con i bambini poveri dell’Africa, appunti di viaggio raccolti dall’autore durante le numerose missioni umanitarie nell’Africa sub-sahariana; “Pedagogia molecolare. Riflessioni pedagogiche con i bambini burundesi”; “Le povertà tra colonialismo e globalizzazione. Il valore educativo della solidarietà”.


La pace e la solidarietà considerati i punti di incontro più nobili tra morale, libertà e democrazia, confluenti nel medesimo riconoscimento che nessuna forma di distruzione, possa essere esercitata nè tantomeno trovare alcuna giustificazione.

Temi spesso ricorrenti nelle pubblicazioni del docente missionario. 


Un meritato e importante riconoscimento, che arricchisce di ulteriore valore un uomo, che, attraverso i suoi molteplici virtuosismi umanitari contribuisce nell’affievolire il peso delle persone più deboli, colorando di emozioni e gioia le loro vite diversamente fortunate e diffondendo pace nel mondo a trecentosessanta gradi.


Sabrina Giangrande
 

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