Settanta anni fa il sacrificio di Sbarretti.
Bocci:«A carabinieri come lui dobbiamo la democrazia»

Settanta anni fa il sacrificio di Sbarretti. Bocci:«A carabinieri come lui dobbiamo la democrazia»
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Martedì 12 Agosto 2014, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 18:40
NOCERA UMBRA - ​A 70 anni dalla morte di Fulvio Sbarretti, carabiniere medaglia d'oro al valore militare, la comunit di Nocera Umbra si ritrovata a Bagnara, sua frazione d'origine, per commemorarlo. Una cerimonia durante la quale sono stati ricordati anche i 200 anni dalla fondazione dell'Arma dei carabinieri.



Sbarretti nacque a Nocera il 22 settembre 1922 e nel 1944 era a Fiesole, nella stazione retta dal brigadiere Giuseppe Amico. Partecipò al fronte della Resistenza e pochi giorni prima della liberazione, «mentre si accingeva ad attraversare la linea di combattimento per unirsi ai patrioti, venne informato che il comando tedesco aveva deciso di fucilare dieci ostaggi nel caso che egli non si fosse presentato al comando entro poche ore. Consapevole della sorte che lo attendeva - come recita la motivazione della medaglia d'oro - serenamente e senza titubanze si presentò, affrontando con stoicismo il plotone d'esecuzione insieme a La Rocca e Marandola al grido di Viva l'Italia».



A ricordare Sbarretti il viceprefetto vicario Tiziana Tombesi, il sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci, il generale Roberto Boccaccio, comandante della Legione carabinieri dell'Umbria, il colonnello Angelo Cuneo, comandante provinciale, il capitano Pier Giuseppe Zago, comandante della compagnia di

Gubbio, il maresciallo di Nocera Massimo Massaccesi, oltre ad altre autorità militari. Per la Provincia l'assessore Piero Mignini, oltre a Nando Mismetti, sindaco di Foligno, Danilo Cosimetti di Valtopina, Moreno Landrini di Spello e Fabio Pasquarelli a rappresentare Gualdo Tadino.



La giornata - si legge in una nota dell'Arma - si è aperta con un saluto privato delle autorità e del fratello di Fulvio, Pasquale, alla tomba del carabiniere. Poi a Bagnara si sono svolti l'alza bandiera e la deposizione di una corona commemorativa. Il generale Boccaccio ha quindi omaggiato Pasquale Sbarretti di un particolare riconoscimento. Nella chiesa di Sant'Egidio di Bagnara è stata celebrata la messa dal cappellano dell'Arma. «Sono orgoglioso di essere qui a rappresentare la città in questo momento - ha detto il sindaco di Nocera Umbra, Giovanni Bontempi - il nostro concittadino è stato un eroe. Ha compiuto il gesto più grande e più difficile, sacrificando la propria vita».



«A carabinieri come Sbarretti dobbiamo la nostra democrazia», ha detto il sottosegretario Bocci. «L'Arma è il lavoro di tanti che stanno vicino alla gente - ha proseguito - una divisa che si porta dietro tante storie come questa. L'Arma rappresenta per l'Italia una grande storia con cui costruire un grande futuro».



Il generale Boccaccio ha ricordato invece le tre medaglie d'oro di Nocera, Renzini, Braccini e Sbarretti. «Un fatto che - ha detto l'ufficiale - comporta una duplice responsabilità: portare con fierezza il testimone e tramandare. Ogni giorno dobbiamo ricordarci che abbiamo una missione, essere vicini alla gente perchè i cittadini si affidano ai carabinieri. Esprimo inoltre la mia gratitudine a Nocera e alla comunità bagnarese per quanto fatto negli anni e per questo ringrazio il signor Perticoni e la comunanza agraria». La cerimonia si è chiusa con la proiezione di un documentario realizzato dall'arma e dall'intervento di Giovanni Scifoni, l'attore che ha interpretato Sbarretti nella fiction Rai «I martiri di Fiesole». «Sbarretti si è trovato a scegliere tra due beni: unirsi ai partigiani o salvare i civili e ha seguito la coscienza», ha detto Scifoni.
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