Terni, mosaici di Cagli verso la deomolizione
le associazioni attaccano il Comune

Terni, mosaici di Cagli verso la deomolizione le associazioni attaccano il Comune
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Giovedì 2 Gennaio 2014, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 12:55
TERNI - Italia Nostra propone di bloccare i lavori e arriva a chiedersi se la fontana di piazza Tacito rappresenti ancora un simbolo della citt. Energico l’attacco della lista civica Terni citt futura: L’amministrazione dovrebbe vergognarsi. Anche l’associazione TernIdeale scende in campo in difesa dei mosaici di Corrado Cagli che rischiano di essere demoliti: «Ineludibile il recupero tal quale». Non la pensa così, Claudio Pace, consigliere della circoscrizione Est: «Non spendere il denaro pubblico per restaurare, tecnicamente quasi impossibile, i disegni del Cagli sulla vasca della Fontana di Piazza Tacito».



Brutta gatta pelare, insomma, per Palazzo Spada che dovrà decidere cosa fare dei mosaici di Cagli: restaurali e rifarli ex novo. La decisione verrà presa tra pochi giorni quando Comune e Sovrintendenza si incontreranno faccia a faccia per decidere il da farsi. In vista dell’incontro, però, si è acceso il dibattito sul futuro dei mosaici. Ad innescarlo i risultati del rapporto commissionato dal Comune di Terni al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino. Il succo del dossier è stato anticipato su queste colonne, e non promette nulla di buono. Dal rapporto si evince che il restauro delle tessere se non è impossibile poco ci manca, e l’unica strada da percorrere pare essere quella della demolizione dei mosaici per rifarli ex novo, utilizzando i cartoni originali custoditi dalla Fondazione Carit. Ma come si è arrivati a conciare in questo modo le preziose tessere di Cagli? Per Italia Nostra la colpa è da ricercare nelle tecniche di pulizia adottate dopo il primo restauro del 1995, quando una ditta specializzata si raccomandò di non utilizzare sostanza acide.



«L’approccio manutentivo è stato lo stesso» per questo Italia Nostra chiede di «bloccare i lavori » per consentire di accertare «le responsabilità pubbliche» chiarendo così «chi debba accolarsi i costi di questa distruzione». Rincara la dose Terni città futura: «Il manufatto è stato lasciato deperire ed oggi ci apprestiamo ad un restauro senza alcuna idea precisa di quello che sarà il risultato finale; come al solito l'improvvisazione e la mancanza di una visione prospettica sono la cifra di una classe dirigente priva di spessore».



Anche TernIdeale fa capire che chi ha sbagliato (lasciando i mosaici in balia del degrado) deve pagare, ma ora le priorità sono altre: «Il rifacimento fedele, seppur ex novo, dei mosaici di Cagli di cui Terni possiede i disegni originali del 1936 e lo studio approfondito e dettagliato delle tecniche di esecuzione. Il rifacimento dei mosaici è possibile anche dal punto di vista economico, perché già in occasione del restauro del 1995 si evidenziò come i costi di un intervento complessivo fossero dello stesso ordine dei singoli interventi parziali».



Per il consigliere Pace, invece, è arrivato il momento di voltare pagina: «Tempo fa proposi di porre nell’area dove adesso ci sono le macerie dei disegni del Cagli, un cerchio fatto in inox o di cercare qualche soluzione che venisse fuori da un concorso di idee».
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