Chiude il Joyce: Perugia perde
un pezzo della sua notte

Chiude il Joyce: Perugia perde un pezzo della sua notte
di Egle Priolo
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Martedì 21 Aprile 2015, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 15:25
PERUGIA - Il Joyce pub chiude. Un addio che fa male. Al centro storico e a quella che è stata la vita notturna in città fin dagli anni Ottanta.

Ma più che una serranda listata di nero, è una bandiera bianca. Il segno di una resa a un centro storico che non mantiene più le sue promesse. A gettare la spugna dall'angolo in cui l'hanno messo la crisi e il fallimento è Bruno, il marocchino col donca. «Affitti troppo alti e la gente non sceglie più il centro - dice nello sconforto della fine di una bella avventura -. E pure i clienti affezionati, la gente del Joyce, hanno iniziato a spendere meno, strangolati dalla crisi come tutti». Un insieme di fattori, quindi, che non rendono più possibile far andare avanti uno dei simboli della night life perugina dai tempi in cui si chiamava Frisbee. Un luogo di ritrovo non solo per i giovani con la passione per le birre irlandesi, ma negli anni reinventato come locale sempre aperto per tutti. Cucina no stop dalla mattina a mezzanotte che ne faceva il tavolo di casa per professionisti, avvocati, dipendenti pubblici e anche tanta politica. Di destra e di sinistra.

Ma dopo undici anni dietro quel bancone con la parannanza del capo, Bruno deve chiudere proprio in quella via Bonazzi che solo due primavere fa aveva lanciato la sfida della rinascita e del rilancio del centro. Ci avevano creduto i proprietari di botteghe, locali e negozi. E chi resiste prova a crederci ancora. Ma solo pochi mesi fa ha chiuso una vineria (per fortuna subito sostituita da uno studio fotografico di ottime speranze), preceduta dalla creperia che tanto aveva investito su un'immagine non convenzionale. Chiuso un altro negozio di abbigliamento, mentre l'estetica si è affacciata sulla piazzetta lasciata libera dall'attività che ha preferito tempo fa lo slargo di piazza IV Novembre.

Un negozio di cover per telefoni e una birreria adesso provano a credere in via Bonazzi, insieme alle attività storiche (orfane però della cappelleria pronta ad abbassare la saracinesca) che ancora scommettono sul presente del centro. Presente. Perchè il futuro, dicono, «non può essere legato solo a qualche manifestazione annuale o ad attrazioni estemporanee. Comune, ci sei?».