Incubo elettrodotto per 80 famiglie

L'elettrodotto contro cui protestano i residenti
di Luca Benedetti
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Sabato 22 Febbraio 2014, 22:55
PERUGIA Guardate che salendo in mansarda, da casa nostra, i cavi dell’elettrodotto si toccano con una semplice scopa. A Toppo Fontanelle, collina con le casette eleganti della Perugia che guarda da lontano il centro storico, la partita dell’elettrodotto Terna San Sisto- Fontivegge e Fontivegge-Ponte San Giovanni, si riapre dopo anni di promesse, rinvii e paura.

Ecco, l’unica cosa che in tanti anni non è passata è la paura. Paura sempre più forte per ottanta famiglie che guardano da vicino i giganti che portano l’energia elettrica. «Ormai la chiamo la Torre Eiffel», racconta una signora che vive lì da vent’anni e ha un pilone praticamente nel giardino. Il Comitato, con in prima fila il consigliere provinciale perugino Franco Granocchia, rilancia la sfida. E adesso è a un passo dal prendere carta e penna e mandare in Procura anni di pene, delusioni e anche dolori. «Perché- racconta Granocchia con la presidente Roberta Luciani- tutti sanno che l’esposizione alle emissioni elettromagnetiche possono essere pericolose. E c’è chi si è ammalato».



In fondo alla sala della Provincia dove si è riunito il comitato per raccontare, c’è chi butta là, sottovoce, una parola che gela perché fa pensare ai bambini: la craniostenosi. E la sfida sulle malattie potrebbe essere la chiave di volta per l’esposto. Ma non solo. Granocchia indica quelle che per lui sono le colpe e ci va giù pesante: «Mi chiedo come il Comune abbia autorizzato a costruire le case là sotto, chi ha dato la spinta, visto che la rete elettrica c’era già prima? L’Arpa dove stava? Se la situazione non si sblocca e l’elettrodotto non viene interrato e spostato, siamo pronti alla battaglie legale. Sono due anni che ci sono i soldi, le promesse e un progetto di Terna. Ottantatrè milioni da spendere in Umbria, con Perugia nel progetto, ma tutto è fermo ». Ma c’è altro. Prima di arrivare al terrore, c’è la paura. «D’inverno raccontano i residenti che contano un’ottantina di famiglie a rischio- non c’è solo la pioggia elettromagnetica, ma anche il rumore. Perché l’elettrodotto, quando c’è nebbia o quando piove, frigge. E vivere con quel rumore nelle orecchie è assurdo». Eppoi sotto ai piloni giganti c’è anche un parco giochi. I bambini del quartiere lì possono giocare, lì sono esposti al rischio elettromagnetico e le famiglie tremano. «Chi ce lo assicura che non ci siano rischi per la salute? E per chi sta male non ci sia un collegamento diretto con l’esposizione all’inquinamento elettromagnetico? » Già, l’eterna battaglia. Se c’è qualche malattia, c’è un collegamento diretto oppure no? Insomma, l’inquinamento elettromagnetico a Toppo Fontanelle, c’è o non c’è. C’è per i residenti che sbandierano una misurazione dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. È un po’ vecchiotta (26 gennaio 2006), marende l’idea. Il foglio del controllo lo sventola con garbo Roberta Luciani: «Ecco, guardate qua cosa ho dentro casa. Ilcampo magnetico medio è pari a 3,74 microtesla, il valore massimo è pari a 6,4 e quello minimo scende a 1,35. Peccato che la norma è considerata a un livello pari a 0,2». Può bastare per non dormire la notte. Può bastare il fatto che secondo il decreto del 23 aprile 1992 («Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno») all’articolo 5 dice che rispetto a una linea a 132kv la distanza dalle abitazioni doveva essere di almeno dieci metri. Proprio la potenza dell’elettrodotto che parte dalla centrale di Fontivegge e arriva alla collina di Toppo Fontanelle. «Ma se dalla mansarda si toccano i cavi con una scopa, vuol dire che quei limiti non sono rispettati», rincarano dal Comitato senza scomodare la scienza,masoltanto il metro. Il nucleo storico delle case che vivono l’incubo della pioggia elettromagnetica è di 39 abitazioni. Ma da via Saturnia a via Mentana si allarga il raggio delle emissioni che quelli del Comitato ritengono a rischio. Ecco come si sale a ottanta famiglie. «Guardate le date dei decreti. C’è chi abita lì da vent’anni e le case sono venute su anche dopo quelle norme», come dire urbanistica sciolta nella Perugia che si è allargata, lasciando il centro e arrampicandosi sulle colline intorno. La rabbia e le paure allungano le accuse. Da Terna Rete Italia, per il caso di Toppo Fontanelle, fanno sapere che «le linee elettriche 132 kV S.Sisto Fontivegge e Fontivegge- Ponte S.Giovanni rispettano i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici secondo quanto previsto dalla normativa italiana che, com’è noto, è la più restrittiva e severa d’Europa». Ma i residenti che vivono sotto l’elettrodotto, non mollano la battaglia salva salute. Chiedendo l’interramento dei cavi interramento e lo spostamento dei tralicci.
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