Gli italiani sempre più nella rete: boom di smartphone e social network, ma non per gli anziani

Boom di smartphone e social network in Italia
di Andrea Andrei
3 Minuti di Lettura
Sabato 12 Ottobre 2013, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 20:53
LA RICERCA

La nostra specie si sta evolvendo di pari passo con la tecnologia. ci che emerge dall'undicesimo Rapporto Censis-Ucsi sulla Comunicazione presentato a Roma.

E se ogni specie, per evolversi, ha dovuto affrontare degli ostacoli, la sfida di oggi ha solo un nome, tanto comune quanto temuto: Internet. Il conflitto fra chi cerca disperatamente di mantenere lo status quo e chi invece fa di tutto per abbatterlo, se in passato si è regolarmente consumato attraverso i decenni, negli ultimi anni ha subito un'accelerazione improvvisa, lasciando inevitabilmente una consistente parte della popolazione “fuori dal mondo”.



GAP GENERAZIONALE

È proprio questo che mette in evidenza il Rapporto del Censis: il cosiddetto “digital divide” (il divario fra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi no) in Italia è aumentato in maniera preoccupante, tanto da essere ormai praticamente incolmabile. Si stima infatti che il 90,4% dei giovani navighi regolarmente in rete, mentre solo il 21,1 % degli anziani utilizzi Internet.



Questi cambiamenti si riflettono non solo sul modo di comunicare, ma anche su quello di concepire i rapporti sociali e di informarsi. Come sostiene il presidente del Censis Giuseppe De Rita, «Siamo interconnessi, ma la vera connettività non esiste. La connessione in mobilità determina un aumento delle potenzialità individuali. Ciò comporta l'assenza di una cultura collettiva e la divisione della società in sottoinsiemi che non riescono a coalizzarsi». Se da una parte infatti gli italiani restano legati alle tradizioni e la maggior parte di loro (il 97,4%) non rinuncia alla televisione - ma anche qui c’è da sottolineare l’8,7% di utenza in più per le tv satellitari - ciò di cui gli abitanti del Bel Paese non riescono proprio a fare più a meno sono gli inseparabili smartphone: il 39,9 per cento ne possiede uno (con un aumento percentuale di 12,2 punti rispetto all’anno scorso).



E quale utilizzo migliore di un cellulare che si connette a Internet se non visitare Facebook anche quando si è lontani da casa? Il 69,8% delle persone che hanno accesso al web utilizza il social network di Zuckerberg, ormai tappa irrinunciabile di qualsiasi navigante, soprattutto fra i più giovani. In generale, gli utenti di internet sono il 63,5% della popolazione, con un aumento dell'1,4% rispetto a un anno fa.



L’INFORMAZIONE

Ma è sul modo di informarsi che il conflitto generazionale diventa più evidente: chi soffre di più per il dilagare del digitale sono i giornali cartacei, che continuano a perdere copie: solo il 43,5% degli italiani compra il giornale, il 2% in meno rispetto all’anno scorso. L’86% degli italiani guarda ancora il telegiornale, e mentre si affermano i quotidiani online, uno sviluppo sempre maggiore stanno avendo gli altri portali web di informazione, che arrivano a un’utenza complessiva del 34,3%.

In pratica, come il web ci ha insegnato, cerchiamo di fruire di un’informazione “personalizzata”, sfruttando il principio per cui chiunque possieda uno smartphone può improvvisarsi giornalista pubblicando contenuti sui social network. Il problema, va da sé, è nell’affidabilità di certe fonti.



Non c’è dubbio che il cosiddetto “citizen journalism” abbia dato forte impulso anche al giornalismo tradizionale, ma questo, fa notare il presidente della Fieg e dell’Ansa Giulio Anselmi, comporta dei rischi: «Il citizen journalism ha introdotto elementi di democrazia e pluralismo, ma il senso dell'informazione non arriva da sè. Della mediazione giornalistica credo non si possa fare a meno. Uno slogan in voga è “viva la rete libera”. Va bene, purché per libero non si intenda gratuito».
© RIPRODUZIONE RISERVATA