L’ingegner Olivetti diede vita ad una visione d’azienda, già moderna al suo tempo, che parlava di partecipazione alla vita di fabbrica, di finalità materiali e morali del lavoro, d’impresa che crede nell’uomo e nelle sue possibilità di riscatto e di elevazione. Il film si apre nel 1960 con una Olivetti già sulla cresta dell’onda e con la morte del suo creatore sul treno per Losanna. Da lì un flash back che lo riporta bambino, alla sua prima volta in fabbrica, fino alla vera e propria consacrazione di leader della Olivetti con l’ideazione della macchina da scrivere Lettera 22.
IL CAST Con Zingaretti un cast d’eccezione come Stefania Rocca nel ruolo della spia americana Karen Bates che Adriano salvò dai nazisti e che poi rincontrerà ignorandone il compito di agente inviata dalla Cia per spiarlo, Massimo Poggio nel ruolo di Mauro Barale, l’amico di sempre che poi lo tradirà passando alla concorrenza e Francesco Pannofino alias l’industriale Dalmasso, suo acerrimo nemico.
Non manca nella serie la parte sentimentale con la partecipazione di Francesca Cavallin e Elena Radonicich che sono rispettivamente Paola e Grazia le donne più importanti della sua vita. Una figura complessa, geniale e all’avanguardia, un antesignano di Steve Jobs, che amava le arti e credeva nella libertà e nella bellezza come fonti di felicità e promuoveva la fabbrica come un modello e uno stile di vita. «Conoscevo Olivetti solo come l’industriale dei computer e delle macchine da scrivere.
Portando il suo personaggio in scena, mi sono reso conto di quanto la sua visione fosse straordinaria, pensando alla fabbrica non solo dal punto di vista della produzione ma anche da quello della comunità sociale», ha raccontato Luca Zingaretti «in questi anni bui, dove il lavoro è un lusso, spero nel mio piccolo di aver lanciato un messaggio di speranza».
«Uno dei meriti di Adriano Olivetti è stato sicuramente l’aver stravolto il rapporto tra imprenditore e operaio», ha spiegato Eleonora Andreatta, «non era suo amico, non faceva intendere di essere tutti nella stessa barca ma piuttosto era bene consapevole di essere un dirigente cosciente delle proprie responsabilità e determinato a farvi fronte. In questo difficile momento storico pensiamo che riportare sugli schermi una genialità di tale portata e farlo conoscere anche ai nostri giovani sia un nuovo punto di partenza per un futuro migliore».
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