Un bambino trema di freddo da solo in strada: la reazione dei passanti commuove il web

Un bambino trema di freddo da solo in strada: la reazione dei passanti commuove il web
di Anna Guaita
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Venerdì 21 Febbraio 2014, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 09:15
Un bambino in una strada di Oslo trema di freddo. La gente si toglie il cappotto per coprirlo.

I bambini siriani soffrono, ma sono lontani, ed è facile dimenticarli. Un’associazione umanitaria norvegese, usando YouTube, le strade di casa propria e un bambino di Oslo, ha però potuto indirettamente riportare l’attenzione dei suoi concittadini sull’immensa ingiustizia caduta sulle fragili spalle di tanti piccoli innocenti. E la denuncia è diventata immediatamente virale, grazie a YouTube: in un solo giorno ha superato i 2 milioni di visitatori, in due giorni ha toccato i 7 milioni.



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La strategia del gruppo SOS Children’s Villages è stata di far sedere un bambino norvegese, Johannes, su una panchina alla fermata dell’autobus durante una mattina fredda e piovigginosa. Il bambino è un volontario e non ha mai corso pericoli, sempre tenuto di vista e protetto dai funzionari dell’associazione ben nascosti. Johannes ovviamente ha freddo e trema. Altre persone si fermano per aspettare l’autobus. Lo guardano increduli. Non sanno se intervenire.



All’inizio sembra che vinca il riserbo o l’imbarazzo. Ma poi piano piano, uno dopo l’altro questi perfetti sconosciuti si tolgono chi il cappotto, chi i guanti, chi lo scialle. Insomma, non possono tollerare di vedere un ragazzino che soffre il freddo quando loro sono ben coperti e caldi. “Dareste il vostro cappotto a Johannes?”chiede il video. E ovviamente in molti sono pronti a darlo. Ma allora, dice Synne Ronning, portavoce dell’organizzazione, “la gente dovrebbe preoccuparsi altrettanto del bambini in Siria”. Negli ultimi due mesi, l’associazione norvegese ha distribuito migliaia di cappotti e abiti caldi alle famiglie dei rifugiati siriani. Il loro compito è lontano dall’essere finito.



Il numero dei rifugiati cresce di ora in ora.
Proprio quest’oggi, il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon ha confermato che un terzo della popolazione siriana “è stata sradicata dalle proprie case e dalle proprie città e quartieri”. Almeno 2 milioni e mezzo sono fuggiti nei Paesi circostanti. E molti, la maggioranza, ha dovuto abbandonare tutto quel che possedeva, per salvare la vita: “Anche un cappotto – ricorda dunque l’associazione norvegese – può aiutarci ad alleggerire la sofferenza di un bambino”.
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