Bocciato per la condotta, i genitori fanno ricorso e il Tar lo salva: «Insegnanti inadeguati»

Bocciato per la condotta, i genitori fanno ricorso e il Tar lo salva: «Insegnanti inadeguati»
di Michela Allegri
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Domenica 11 Maggio 2014, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 14:53
Aveva quattro insufficienze e un voto basso in condotta. I professori lo descrivevano come un "leader negativo" con un atteggiamento strafottente, che non aveva un buon rapporto con i compagni e che in un'occasione aveva insultato un coetaneo, rendendo necessario addirittura l'intervento del preside.



Per questo motivo, all'unanimità, il consiglio di classe aveva deciso di bocciare uno studente di seconda media, che frequentava un istituto nel quartiere Pinciano. I genitori del ragazzino, però, hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro la bocciatura. E hanno vinto: lo studente, che nel frattempo ha cambiato scuola, non perderà l'anno e tra poche settimane potrà accedere all'esame finale delle medie. La responsabilità dello scarso rendimento dell'alunno sarebbe infatti degli insegnanti, colpevoli di non avere adottato un'azione disciplinare adeguata nei suoi confronti.



ILLEGITTIMA

Il ragazzino, infatti, negli anni precedenti aveva avuto un ottimo rendimento scolastico ed era sempre stato promosso con la media del 7. A detta dei genitori sarebbe stato penalizzato per avere avuto una lite con un compagno, il 15 maggio 2013. Quel giorno, il bambino aveva offeso un coetaneo durante l'intervallo. Il preside era stato informato dell'episodio e aveva messo a verbale che avrebbe personalmente provveduto alla sanzione disciplinare dell'alunno. Quella sanzione, però, non era mai arrivata, e al ragazzino era stato abbassato il voto in condotta. A detta dei giudici, gli insegnanti avrebbero commesso un errore, perché "l'abbassamento della condotta ha pesato ulteriormente su un curriculum già deficitario", mentre una punizione "avrebbe scalfito l'atteggiamento di arroganza e di sicurezza che l'alunno rivelava sovente nei suoi rapporti con i compagni e verso l'istituzione scolastica". Il rendimento del ragazzino, già "tendente alla scarsa concentrazione e non perfettamente consapevole dei rischi che correva", sarebbe quindi precipitato fino ad arrivare alla bocciatura.



IL RECUPERO

Come si legge nel testo della sentenza, però, "il bambino avrebbe potuto essere recuperato". L'alunno, infatti, tendeva ad impegnarsi almeno in occasione delle verifiche, studiando solo quello che gli permetteva di raggiungere la sufficienza e mostrando per il resto totale incostanza. Questo dettaglio, secondo il tribunale, invece di essere una nota di demerito sarebbe un ulteriore punto a favore per lo studente. Perché, concludono i giudici, "l'atteggiamento di incostanza e la sicurezza nel comportamento arrogante sono stati incentivati dalla mancanza di una risposta disciplinare severa".
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